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Test - Stage Piano Kurzweil MPS: l'americano elegante

COSTRUZIONE8.5
SUONO7.8
FACILITÀ DI USO8
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO8
PER NOI
8.1

Due nuovi pianoforti portatili rivisti nel design, semplici da utilizzare e dotati di una serie di alti contenuti proposti da Kurzweil a un prezzo più ragionevole.

 

 

 

 

Progettati in USA e assemblati negli stabilimenti Young Chang in Corea, i due nuovi modelli 110/120 vanno ad aggiornare la gamma di Stage Piano MPS nel catalogo Kurzweil. Due strumenti completamente rivisti nel look e nei contenuti, per adattarli alle attuali esigenze del pianista moderno. Ma prima di partire con il test, ai più giovani propongo qualche piccolo cenno storico su Kurzweil, perché magari non si conosce la singolare genesi del brand americano.

 

kurzweil mps

Ray Kurzweil (a sinistra) con Stevie Wonder durante la presentazione del sintetizzatore K250

 

Kurzweil: la storia in pillole

Raymond Kurzweil negli anni settanta lavorava su raffinati sistemi di lettura per i non vedenti dotati di sintesi vocale, e nel 1976 annoverava tra i suoi clienti un certo Stevie Wonder. Nel 1982 l’artista americano invitò Ray Kurzweil nel suo studio a Los Angeles, e propose a quest’ultimo di impiegare le tecnologie studiate per i disabili anche in ambito musicale. Kurzweil accettò la sfida e nello stesso anno - insieme al programmatore Bruce Cichowlas - fondò Kurzweil Music Systems. Per la realizzazione del primo storico sintetizzatore K250 si avvalse della consulenza musicale non solo di Stevie Wonder, ma anche del pianista Lyle Mays, mentre per quella tecnica di colleghi illustri quali Alan R. Pearlman (fondatore di ARP Instruments) e Robert Moog. Nei suoi 37 anni di storia, oltre a sintetizzatori molto amati dal pubblico italiano come le serie K, PC o i più recenti Forte e Artis, il catalogo Kurzweil ha sempre incluso diversi modelli di pianoforti digitali “Home” e Stage, come la fortunata gamma SP. Dal 1990 il brand è di proprietà della coreana HDC Young Chang, e dal 2007 Ray Kurzweil ricopre l’incarico in azienda di Chief Strategy Officer.

 

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Kurzweil MPS: caratteristiche generali

Dal distributore italiano Generalsound ho ricevuto per il test un esemplare del modello MPS110 in cui, meccanica a parte, tutte le altre caratteristiche generali sono condivise con il top di gamma MPS120. In un’epoca in cui la compattezza delle forme è un punto fermo per la concorrenza, Kurzweil va controcorrente proponendo uno strumento generoso nelle dimensioni, con diversi elementi in legno a irrobustirne la struttura. Il design è piuttosto sobrio: sul pannello superiore gli speaker sono protetti da una sottile griglia metallica, mentre in basso, all’interno di un elegante profilo lucido, sono inseriti il pannello comandi – con switch capacitivi retroilluminati di blu – e il display. I due loghi del brand (al centro del pannello) e del modello (sulla destra) sono dotati di retroilluminazione bianca. Tra gli accessori in dotazione, oltre all’alimentatore di rete e i manuali, Kurzweil fornisce anche un pedale sustain tipo pianoforte KP-1, un cavo USB 2.0 e un elegante leggio in plastica fumè. Tra gli accessori opzionali, segnalo il pedale sustain a controllo continuo KP-1H. Il Kurzweil MPS110 pesa 16,5kg.

Kurzweil MPS110/120: la meccanica

L’MPS110 monta una meccanica denominata LK-M400GH a 88 tasti, con pesatura graduata su quattro livelli e tre sensori per tasto nell’elettronica. Il top di gamma MPS120 monta una variante più raffinata della meccanica LK-M400 dotata di tasto con inserti in legno; restano invariate tutte le altre caratteristiche. Questa modifica nell'ammiraglia incide di poco sul peso complessivo rispetto all’MPS110, solo un chilo in più (17,5kg.).

 

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In primo piano, la finitura rugosa sui tasti neri dei Kurzweil MPS110/120

 

Suoni

La serie MPS è equipaggiata con 49 Factory Program, più una locazione User, a cui possiamo associare fino a due tra i 128 Sound disponibili in un banco nel formato General MIDI. La polifonia è di 256 note. Sui Program di pianoforte acustico sono associati effetti quali la risonanza delle corde e del pedale sustain, nonché il rumore generato al rilascio del tasto (Key-Off). Attraverso la modalità Split/layer possiamo impostare nello User Program fino a due Sound in altrettante zone della tastiera. Per ogni zona troviamo parametri per selezionare il Sound, regolarne il volume, definire il Key Range o il Transpose, infine l’attivazione/disattivazione della zona. A valle del Program possiamo attivare infine due blocchi effetti di riverbero e Chorus.

Pannello comandi

La sezione è posta sulla sinistra dello strumento, e comprende un generoso potenziometro per la regolazione del volume, più una serie di pulsanti capacitivi e un display OLED monocromatico da 1,2 pollici. I primi quattro pulsanti consentono di selezionare rispettivamente il Program timbrico (in combinazione con i pulsanti a freccia Su/Giù), l’attivazione del Bluetooth, del metronomo e richiamare le impostazioni generali; tenendo premuto quest’ultimo switch per oltre due secondi si attiva la modalità demo. La coppia di pulsanti Play/Rec del sequencer/player sono multifunzione, perché in fase di editing consentono di scorrere le varie pagine dei menu sul display. Lo switch Rec in modalità Bluetooth va premuto per attivare il “pairing” con il device esterno. Tenendo premuto a lungo il pulsante Program si richiama il preset principale “9ft Grand”.

 

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Le connessioni poste nel pannello posteriore dei Kurzweil MPS

 

Connessioni

Sulla sinistra nel pannello frontale troviamo due prese cuffie in formato jack da 6,3mm, mentre tutte le altre connessioni sono poste al centro del pannello posteriore in un vano dedicato. Il vano ospita – partendo da destra – il pulsante di accensione, la presa per l’alimentatore di rete, l’interfaccia USB 2.0, la presa per un pedale sustain, con supporto anche per una variante a controllo continuo, due uscite Line Out Left/Mono – Right su prese Jack da 6,3mm, infine l’ingresso Aux In su presa in formato minijack stereo.

Diffusione sonora

I nuovi modelli MPS sono equipaggiati con un’amplificazione che eroga 12 watt per canale a due coppie di speaker composte da un woofer ellittico da 12 cm e un tweeter da 3cm, posizionati nel pannello superiore ai lati dello strumento.

Altre funzioni

Il menu Setting comprende impostazioni per la trasposizione, l’intonazione, l’autospegnimento (da 15 minuti fino a due ore), il modo MIDI Local, la risposta al tocco (sette tipi), la modalità MIDI Panic, il reset generale, infine la regolazione dell’effetto di risonanza simpatetica delle corde. Il recorder interno consente di memorizzare una Song da una traccia, mentre nel metronomo (8 tipi di risoluzione) è inclusa anche una sezione Rhythm con 10 preset. Rimarchevole nell’interfaccia USB il supporto audio/MIDI plug and play”, grazie a driver class compliant. Il Kurzweil MPS110 supporta infine il protocollo Bluetooth 5.0, per la riproduzione audio wireless da dispositivi esterni. Attraverso il pannello dello strumento potete gestire in remoto il cambio Song, il volume e il play/stop dei brani riprodotti dal vostro smartphone/tablet.

 

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Il generoso pannello superiore può anche fungere da piano di appoggio per un laptop

 

Il test

Estratto dall’imballo l’MPS110, la prima sorpresa: sul fondo dello strumento scopro dei fori ai lati e un piccolo vano nella parte centrale con una presa che lascia presagire il rilascio a breve di accessori quali una pedaliera e probabilmente uno stand dedicato per l’uso casalingo. Ottimo. Il look è ben studiato, perché a delle forme piuttosto tradizionali fa da contraltare un pannello comandi “Hi-Tech” sobrio ed elegante, con il piccolo display ben visibile da qualsiasi angolazione. I pulsanti capacitivi sono piuttosto sensibili allo sfioramento e una modalità “Panel Lock” in un futuro aggiornamento software non guasterebbe. Calcolando i materiali impiegati nello chassis, i 16 chili e mezzo di peso complessivo sono un piccolo record in categoria. Riguardo alla meccanica, mi limito all’analisi di quella montata sull’MPS110. A parte il video comparativo che vi propongo qui sotto, e realizzato alla presentazione della vecchia serie MP, della LK-M400GH non ci sono altre informazioni in rete. Presumo sia un modello Hammer Action realizzato ad hoc per Kurzweil da un produttore orientale. Rimarchevole il rivestimento rugoso applicato sui tasti neri e volto a simulare l’ebano. La consistenza al tocco della LK-M400GH non affatica e spinge a “correre sulla tastiera”, però nell’action ho rilevato una leggera pigrizia nel ritorno del tasto, che costringe il musicista a “metterci del suo” eseguendo dei veloci ribattuti; a riguardo, il terzo sensore sul tasto lavora piuttosto bene.

 

 

Passando all’analisi della generazione sonora, nonostante le razionalizzazioni rispetto alla serie precedente, la wavetable di questo strumento è sempre tutta “farina” di casa Kurzweil. Non c’è lo storico preset “Triple Strike” tra i pianoforti acustici, ma se per voi la “suonabilità” è un punto fermo l’MPS110 – al pari di altri fortunati strumenti del brand americano - non delude. Il Program “9ft Grand” presenta un carattere leggermente velato e legnoso sul pianissimo in grado di emergere piacevolmente incrementando la dinamica dell’esecuzione. Risonanze e rumori tipici sono ben programmati e restano sempre un gradito contorno: ben fatto. Il Program principale e la variante “Concert Grand” li vedo molto bene in contesti piano/voce o in un trio jazz su un palco. Kurzweil fornisce anche un Program “Upright” a emulare un verticale, e una bella variante “Detune Piano” se vi piace l’honky tonk. Non mancano due Program con pad e archi in layer con il pianoforte acustico, e il primo è azzeccatissimo se volete accompagnare una voce con un timbro caldo e moderno, mentre sul secondo bisogna lavorare con la Velocity per dosare l’esuberanza nel volume degli strings. Pochi ma buoni i piani elettrici, perché a una simulazione Fender con una bella dose di Chorus a corredo, fa da contraltare un Program di Wurlitzer davvero ben fatto. Ottime le varianti di piano FM, anche in layer con il pianoforte acustico o in split con il basso, perché consentono di esplorare buona parte del repertorio jazz e pop/rock degli anni ottanta/novanta: se amate i Weather Report di “Birdland” o i Chicago e le hit di Whitney Houston qui c’è da divertirsi a improvvisare… I Program di clavicembalo e Clavinet sono ben fatti, ma sprovvisti del tipico Key-Off, e negli MPS trovate anche varianti in layer con gli archi per gli amanti del barocco. Nelle altre categorie ho apprezzato la varietà nell’offerta di Program dedicati all’organo a canne e gli archi, questi ultimi che rimandano nel carattere a quanto proposto su sintetizzatori come il PC3: caldi e avvolgenti. Buona anche la qualità dei Program dedicati ai fiati, anche se avrei preferito più “spinta” negli Ensemble incrementando la Velocity. Un plauso per il contrabbasso disponibile in split con alcuni Program, perché seppur essenziale nelle articolazioni, ha corpo e una bella definizione. Kurzweil MPS è dotato infine anche di un Program “Dual Piano” per esecuzioni a quattro mani, però il punto di split è prefissato e il pedale sustain è condiviso. Anche il banco GM presenta alcuni Sound ben sonanti, peccato per la presenza di una singola combinazione User dove combinarli.

 

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Attivando la modalità Bluetooth, sul display compare una pratica guida ai comandi

Associare un device esterno tramite Bluetooth è questione di pochi secondi, peraltro guidati dalle informazioni che compaiono sul display premendo lo switch dedicato. Nell'uso dell’interfaccia USB 2.0 con risoluzione di 48kHz/16 bit onboard con le mie applicazioni musicali su piattaforma Windows ho preferito andare sul sicuro, installando l'ottimo (per me)  driver gratuito ASIO/4All. Nell'uso come controller MIDI, anche con i dispositivi iOS, è bene ricordare che le due zone disponibili sono associate di default ai canali MIDI 1/2. Cosa mi lascia perplesso nell’MPS110: la base del leggio in dotazione da fissare con tre viti è poco pratica nell’uso “on the road”. Ho trovato infine singolare la possibilità di escludere gli speaker solo inserendo il jack delle cuffie nella prima presa in basso sul pannello frontale. In conclusione, la resa della diffusione sonora onboard è davvero gradevole, complici le risonanze generate dallo chassis in legno. Con il set di speaker dei Kurzweil MPS potete coprire ambienti di medie dimensioni in ambito domestico, un piccolo sistema che non cede nemmeno a volumi sostenuti. Prima di partire con la jam però, avvisate il vicinato...

 

 

Conclusioni

Uno strumento davvero “plug and play”, elegante e robusto, con una bella selezione di Program Kurzweil per crescere nello studio o semplicemente divertirsi. Anche il pianista esperto ma poco avvezzo alle nuove tecnologie potrebbe apprezzare i nuovi Stage Piano MPS, perché con pochi gesti potete intervenire sui parametri generali di questi strumenti, e scegliere - per esempio - tra ben sette curve di Velocity per affinare il feeling: merce rara in questa categoria. Il top di gamma MPS120 è uno dei primi modelli a proporre il tasto in legno in un range di prezzo al di sotto dei mille euro: a buon intenditor... Andate a provarli appena possibile i nuovi Kurzweil MPS, buon divertimento!

 

Ci piace

Look elegante
Navigazione semplice
Varietà e qualità nei Program

 

Non ci piace

Fissaggio del leggio
Un singolo User Program

 

INFO

GENERALSOUND

Kurzweil MPS110   € 809,99
Kurzweil MPS120   € 967,50

 

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