Forme compatte, un bel set di controlli, opzioni MIDI complete e un engine sonoro potenziato dall’integrazione della sintesi FM: la VAST torna a ruggire!
I “Performance Controller” di Kurzweil hanno cambiato “pelle” nel corso degli anni. Da alternativa “plug and play” ai più complessi sintetizzatori della serie K con le prime due serie, la gamma PC3 comparsa in seguito nel 2008 ha ricevuto in dote prestazioni da workstation di rango. Prestazioni estese ulteriormente con l’introduzione di una FlashRAM per importare nuovi campioni nella successiva serie PC3K.
Veniamo ai giorni nostri: l’odierna PC4 riprende quei concetti di portabilità cari alle prime due serie, mentre i contenuti ricevono una bella dose di vitamine rispetto al passato. Per semplificare l’operatività, la PC4 eredita la nuova interfaccia che ha fatto il suo esordio sui sintetizzatori Forte e Artis. Come avrete intuito c’è tanto da raccontare: siete pronti?
Kurzweil PC4: caratteristiche generali
La scelta di uno chassis in materiale plastico ha un senso, perché oggi l’imperativo per una “stage keyboard” è la facilità nel trasporto. L’esemplare ricevuto dal distributore italiano Generalsound (che ringrazio) è la PC a 88 tasti, dotata di una meccanica Medeli denominata Real Piano Hammer Action (RPHA), con supporto dell’Aftertouch. Nonostante l’adozione di una meccanica con estensione pianistica, il peso complessivo non supera i 14 chilogrammi: circa due chili in meno del piano stage Kurzweil MPS110. Recentemente il brand americano ha introdotto in catalogo anche un modello più compatto e leggero (8,8Kg), denominato PC4-7, e dotato di una meccanica semipesata a 76 tasti con Aftertouch (SWA76).
Le timbriche
La sintesi VAST che vedremo in seguito è alimentata da una serie di sezioni timbriche ben precise. Riguardo alle forme di onda PC4 fornisce – attraverso la tecnologia proprietaria FlashPlay – ben 2GB di multisample, tra cui dei campionamenti stereo quali il German D, il Japanese C7 Piano, il Triple Strike Piano, il 73 Electric Piano, ma anche la serie di Vector Synthesis Waveforms. Kurzweil ha introdotto inoltre selezioni di waveform desunte dalle ROM Synth, Orchestral e Kore 64 previste nel sintetizzatore PC3 o il piano stage SP6. La FlashRAM a disposizione dell’utente per caricare multisample User nei formati Wave, AIF, P3K, e serie K ammonta a 2GB. Completano l’offerta il “motore” KB3 per gli organi, quello Virtual Analog (KVA) e per la prima volta quello dedicato alla sintesi FM a 6 operatori, in puro stile DX7. L’algoritmo Kurzweil String Resonance (KSR) è a supporto infine nei timbri di piano. La polifonia è di 256 note max, e i Program basati su waveform stereo impiegano due voci per nota, che salgono a quattro nell’uso di un layer FM. L’arsenale sonoro comprende oltre 1.000 Factory Program suddivisi in 13 categorie orchestrali, oltre 50 combinazioni Multi e fino a 4.096 User ID in cui immagazzinare Program e Multi personali.
La sintesi VAST in pillole
Si parte da una serie di Sample Roots organizzati in precise Keymap lungo la tastiera: possono essere selezionate in ROM, oppure assemblate con forme di onda immagazzinate dall’utente nella Flash RAM. Ogni Keymap può essere poi processata da una catena di algoritmi modulabili da una serie di sorgenti. La modalità Cascade, infine, consente di allestire un Program concatenando fra loro fino a 32 layer di Keymap: una potenza di fuoco notevole, che consente di impiegare insieme gli algoritmi più raffinati nel comportamento e più esosi quanto a risorse di calcolo. A livello di effetti, ogni layer può essere elaborato individualmente dalla catena di effetti KDFX in Insert; globalmente un Program può contare su un secondo blocco FX in Insert e su due blocchi FX in Aux.
In un Multi potete organizzare fino a 16 Zone sulla tastiera con altrettanti Program; l’unica limitazione è che in un Multi è possibile definire solo una parte basata sulla sintesi KB3 dedicata all’organo, il che significa: niente doppio manuale. Last but not least, in PC4 è possibile assegnare una serie di parametri delle varie sintesi disponibili ai controlli fisici, con visualizzazione delle principali informazioni sul display durante l’esecuzione. Attraverso lo Step Sequencer è poi possibile stendere delle automazioni: vi rimando al corposo manuale per ulteriori approfondimenti.
Il pannello comandi
Rispetto all’ammiraglia Forte il layout del pannello comandi di PC4 presenta tre differenze di rilievo, quali la presenza di generosi switch in gomma, l’inserimento di nove potenziometri nella sezione dei fader, infine la scomparsa del set di pulsanti Favorites al centro del pannello. Wheel e switch sul pannello sono dotati di una piacevole retroilluminazione a led di colore blu. Il display non cambia rispetto a Forte, e allo schermo a colori LCD da 4,3” sono sempre associati sei switch per la navigazione tra i menu. Per compattare le forme, le wheel per Pitch Bend e Modulation sono spostate in alto a sinistra del pannello, mentre accanto al display sulla destra troneggia un generoso Jog-Dial a completare i controlli della navigazione.
Sulla destra del pannello, suddivise dalle serigrafie, troviamo sezione per selezionare le quattro modalità operative (Program, Multi, Song e Global), gli switch dell’area Category per la selezione di Program/Multi possono fungere anche da tastiera per l’inserimento di dati. Le altre sezioni ospitano i controlli dell’arpeggiatore, quelli per la regolazione del tempo, infine nella parte bassa sono posizionati i comandi trasporto del sequencer.
Le connessioni
Partendo da destra, sul pannello posteriore troviamo una presa cuffie, due coppie di Line Out stereo L/R su prese jack da 6,3mm denominate A/B, una presa per il Ribbon Controller opzionale, due ingressi rispettivamente di tipo stereo L/R nel formato jack da 6,3mm L/R o minijack stereo da 3,5mm, quattro prese per altrettanti pedali – di cui due di espressione e una coppia switch – Interfaccia USB/MIDI e Storage per collegare unità di memoria esterne, la presa per l’alimentatore di rete e il pulsante di accensione. Le prese per i pedali switch presentano una particolarità: in quella numero 1 si può collegare anche un pedale a controllo continuo, e su entrambe le prese si può impiegare fino a due pedaliere dotate ciascuna di una coppia di pedali.
Update 1.09
Durante la stesura di questo test, Kurzweil ha rilasciato un aggiornamento del sistema operativo di PC4. Tra le novità introdotte nell’update 1.09, oltre a miglioramenti e correzioni di bug, troviamo la possibilità di selezionare tre tipologie di accordatura Stretch nel Tuning Map di un Program. Nel menu dei processori di segnale nei blocchi FX è stato inserito nella parte bassa un VU-Meter. Nella gestione dei campioni è stata introdotta la pratica modalità Join per ottimizzare lo spazio in memoria. Nel menu Global MIDI ora è possibile definire una precisa curva di Velocity da trasmettere a eventuali device collegati, mentre alla voce Receive Transport si può sincronizzare un flusso di messaggi Real Time o MMC esterni per pilotare i comandi trasporto di PC4. Negli ingressi audio è stato inserito infine un pratico Noise Gate.
Il test
Elegante nelle forme, lo chassis in plastica pare piuttosto robusto alle sollecitazioni “on the road”: un buon compromesso per contenere il peso complessivo. Di primo acchito, i controlli sul pannello possono apparire un po’ “giocattolosi” rispetto ad altre realizzazioni di Kurzweil: in realtà sono comodi, ben visibili e organizzati in modo da operare piuttosto spediti. Fader e potenziometri sono stabili, ma soprattutto piacevolmente fluidi nella corsa. L’alimentatore esterno oramai è prassi su certi strumenti, e quando lo chassis è in plastica è sempre meglio averlo esterno. Ci vogliono circa una ventina di secondi all’accensione perché PC4 sia operativa: per chi scrive, un tempo di attesa tollerabile calcolando la quantità di memoria flash impiegata.
L’interfaccia è il punto forte della PC4: trovarsi – per esempio – gli algoritmi nell’editing della potente sintesi VAST o gli inviluppi rappresentati in forma grafica a blocchi rendono più snello il workflow. Qui non si discute di display touch e altre modernità, perché in Kurzweil si è sempre badato al sodo, però vi basti sapere che chi scrive si è sempre approcciato nei test dei synth americani con il manuale in mano, mentre con PC4 ho mosso i primi passi senza nemmeno guardarlo. E vi pare poco? Chi ha poca dimestichezza con l’operatività Kurz dovrà abituarsi agli Objects, oppure alla ricerca dei propri Program nella sterminata area User organizzata in ID Number, ma in seguito si viaggia davvero spediti.
Passando a esaminare la tastiera, lo chassis in plastica genera alcune piccole risonanze, ma in termini di action trovo sia un buon compromesso sia per stendere parti pianistiche, sia per “buttar giù” linee di synth piuttosto veloci, con l’Aftertouch a supporto per l’espressività. In Medeli stanno lavorando bene sul tema, e questa meccanica è un bell’esempio in tal senso. Veniamo al suono… tipicamente Kurzweil! La pasta del mix presenta quella piccola dose di compressione nel carattere che ha sempre contraddistinto i synth americani. Gli effetti KDFX sono sempre il punto forte di questi sintetizzatori, perchè mantengono quella pulizia e profondità che me li ha fatti amare fin dal primo incontro in gioventù su un K2500.
Oltre ad alcune “new entry” di pregio tra i pianoforti, come i già citati German D o Japan C7, nel database di PC4 ho ritrovato timbriche a me care come Horowitz o Triple Strike, due varianti che ho sempre amato sul palco. Oltre all’algoritmo KSR a supporto dei Program di pianoforte, per quelli che includono altri rumori tipici come il Pedal Noise, nel menu Global potete scegliere di attivarli/disattivarli. Ai pianisti segnalo infine che PC4 fornisce fino a ben 18 tipi di temperamento selezionabili, oltre alla possibilità di assegnare a ogni Zone di un Multi una precisa curva di Velocity: anche nelle vesti di piano stage o controller di timbriche virtuali sul tema, a questa compatta americana non manca nulla.
Ottimi i piani elettrici, con Program di Rhodes, Wurlitzer, CP Yamaha e FM piuttosto convincenti e con effetti a corredo ben studiati. Anche nelle altre categorie orchestrali i tecnici Kurzweil hanno creato un mix tra Program originali e quelli provenienti da storiche ROM del marchio americano. Se per archi, cori e fiati questa scelta consente di avere una palette timbri variegata, con cui sbizzarrirsi con qualsiasi genere musicale degli ultimi 30 anni, in categorie come le chitarre si sente il peso degli anni nei Program dedicati, perché privi di articolazioni. Viceversa, mi sono piaciuti i bassi acustici/elettrici, perché dotati di layer aggiuntivi a darne vivacità e un pizzico di grinta in più. I Synth meriterebbero uno spazio più ampio in questo test, perché se sommate l’implementazione della sintesi FM alle Keymap Vector Synthesis Waveforms e gli oscillatori KVA, vuol dire avere a disposizione sulla PC4 un arsenale sonoro tra i layer che vi consente di affrontare un percorso filologico nei synth digitali, partendo dalla Korg Wavestation fino ai giorni nostri.
La sintesi FM evita di dover ripiegare sull’usato dedicato, qui con ben 32 algoritmi in dote e tre forme di onda selezionabili nei sei operatori (Sine, Sawtooth e Triangle). Il plus è sempre l’interfaccia, che oggi tende la mano anche all’utente meno navigato. La proposta Kurzweil non è esente da piccoli difetti del generatore originale, tra cui l’incremento della modulazione sulle note più alte (o aliasing) che si può compensare intervenendo sul Break Point nel menu FM OPER. In ogni caso, una bella comodità poter attingere dai banchi storici in formato sysex degli Yamaha DX/TX usando una semplice pen drive su PC4: l’amico Andrea De Paoli nel video qui sotto vi propone alcune esempi.
Anche il riscontro visivo sul display della posizione dei Drawbar utilizzando i Program KB3 può far comodo a chi ama il genere, e in termini di resa quanto proposto da Kurzweil tiene ancora testa ad altre emulazioni analoghe previste su workstation concorrenti. Lo switch Variation è la scorciatoia se volete combinare al volo un pad in layer su Program e Multi, però avrei gradito qualche proposta sul tema nella seconda categoria, con parte di pad (o archi) attivabile/disattivabile e set di controlli fisici a corredo. Sempre riguardo ai Multi, la PC4 mantiene un vecchio retaggio dei synth Kurzweil degli anni ottanta: se allestite una serie di User Preset che condividono lo stesso Program, dovete ricordarvi che – se eliminate o modificate quest’ultimo – certe scelte influiscono su tutti i Multi dove quel Program è associato. La soluzione è salvare sempre dei Program dedicati in area User per ciascun Multi.
L’arpeggiatore distinto per le 16 zone è l’arma in più se volete ottenere precise sequenze sui Program in real time, peraltro sincronizzabili via MIDI con il mondo esterno. Riguardo al sequencer, anch’esso ci guadagna in termini di intuitività con la nuova interfaccia; peccato solo per la Jog-Dial piuttosto reattiva selezionando gli eventi nel menu microscopico. Nel giro di pochi minuti ho steso una bozza di un brano musicale in sala prove, e sapere di poter contare su di un potente block notes nella PC4 può far comodo quando non si ha una DAW sottomano. Rimarchevole il modo RIFF nel sequencer, che consente di assegnare porzioni di una song all’interno di una singola Zone di un Multi, per un’esecuzione a blocchi in real time.
Last but not least, l’area Performance Controller, dove la PC4 non delude! Tra le opzioni per le 16 Zone in Split/Layer in un Multi, c’è quella di indirizzarle anche in modo distinto all’interfaccia USB o al MIDI Out, assegnando il set di controlli fisici sul pannello a piacere. L’ingresso audio è configurabile come catena effetti secondo il Multi selezionato: se vi piace sperimentare, collegate una drum machine o un mini synth analogico odierno per dare il via a una jam di stampo elettronico. Di default nei Multi sono sempre quattro le Zone definite, ma sul pannello potete associare gli altri cinque pulsanti per l’attivazione/disattivazione di ulteriori parti: quanto proposto ritengo che sia più che sufficiente per allestire un potente setup hardware/software con la PC4 a far da “cervello sonante”!
Kurzweil ha inserito nel manuale di riferimento una ricca tabella di implementazione MIDI, che vi suggerisco di consultare se volete spremere a fondo le configurazioni dedicate su PC4. In conclusione, ottimo il supporto fornito da Kurzweil in termini di software, perché sul sito internet del brand americano potete scaricare gratuitamente il potente editor realizzato da Soundtower per piattaforme Mac/Windows e iOS, anche in variante plugin VST, nonché il Controller Editor: non manca nulla.
Conclusioni
In tutta onestà, mi è dispiaciuto restituire questa PC4, perché in termini di prestazioni mi ha positivamente impressionato. Chi come me ha lavorato per anni sulle serie K o le PC3K sarà contento di sapere che qui c’è ben 2GB di spazio libero dove archiviare un bel numero di Multisample personali. In rete si sono già create community di utenti, e a breve prevedo cominceranno a circolare User Program originali, per rinfrescare la palette a tutto vantaggio della longevità dell’investimento. La sintesi FM è un altro gradito regalo, e certe integrazioni in redazione hanno fatto parecchio discutere, quindi presumo torneremo a breve con qualche focus dedicato alla programmazione della PC4: stay tuned! In ogni caso, se avete sempre amato il suono Kurzweil, ma la sintesi VAST vi sembrava troppo ostica come approccio, la PC4 potrebbe farvi cambiare idea. Lasciate perdere le demo su YouTube o i racconti altrui: andate a provarla appena possibile, chissà che non faccia al caso vostro. Come sempre, buon divertimento!
Ci piace
Interfaccia migliorata
Pannello comandi intuitivo
Suono tipicamente Kurzweil
Funzioni estese da MIDI Master Keyboard
Non ci piace
Alcuni Program piuttosto datati
INFO
GENERALSOUND
Kurzweil PC4 €1.980,00
Kurzweil PC4-7 €1.700,00