Dorico, il software di notazione musicale di casa Steinberg, è giunto alla terza versione. Tenendo conto del fatto che il debutto risale a meno di tre anni fa, lo sviluppo sembra procedere a tappe forzate.
Nella veste iniziale Dorico ci apparve come un prodotto estremamente promettente. Colpirono subito la grande immediatezza, la logica di funzionamento chiara e ben strutturata e la disponibilità di un minimale ma funzionale sequencer interno, in grado di gestire tanto le librerie sonore precaricate quanto sostanzialmente qualunque strumento virtuale VSTi, Steinberg o di terze parti. Allo stesso tempo, al momento del lancio parve chiaro come Dorico mancasse ancora su diversi fronti di funzionalità importanti per competere a pieno titolo con i software concorrenti (un solo font musicale, niente TAB, assenza dei simboli degli accordi, e la lista potrebbe continuare).
Nonostante i limiti di gioventù, l’applicazione Steinberg catalizzò in particolare l’attenzione di chi si occupa di musica colta contemporanea o comunque deve notare parti normalmente complicate da inserire in un software (ad esempio, in Dorico è estremamente semplice scrivere materiali polimetrici, politonali o parti musicali senza frazione metrica né divisione in battute; c’è anche una potente area di manipolazione grafica dei materiali, marcata come Tipografia).
All’estremo opposto, il software raccolse i favori anche di chi invece aveva bisogno di effettuare trascrizioni “standard”, ma all’interno di un ambiente il più possibile snello ed efficiente (sin dall’inizio, ad esempio, Dorico ha potuto vantare eccellenti meccanismi automatici che evitano le collisioni tra i diversi segni presenti sullo spartito, questione storicamente spinosa per i concorrenti).
Se ci sembra che con Dorico 1 gli sviluppatori abbiano cercato di gettare delle fondamenta strutturali il più possibile efficienti e ben congegnate, su cui poi poggiare tutti i futuri sviluppi, con Dorico 2 si iniziò a fare sul serio, implementando svariate funzionalità avanzate. Nello specifico, gli autori sembrarono voler strizzare l’occhio in particolare ai compositori di musica per le immagini. Venne infatti introdotto il supporto per i video, la possibilità di inserire marcatori dedicati, la possibilità di collocare nelle partiture frazioni metriche di grandi dimensioni, prassi comune nella musica da film. In modo analogo a quanto già fatto con i software Cubase e Wavelab, con la seconda versione di Dorico Steinberg ne introdusse una variante light, nominata Elements e particolarmente indicata per le scuole e in generale per gli utenti che non necessitano delle funzionalità avanzate (al pacchetto completo venne contestualmente aggiunta la voce Pro). Un’altra novità di Dorico 2, potenzialmente utile anche in campo didattico, fu la possibilità di inserire gli ossia (parti notate alternative o in cui si spiega un segno o un passaggio della parte principale).
I box degli accordi
Ed eccoci ora alla terza versione, ricchissima di novità importanti. Tra i principali beneficiari delle stesse troviamo senza dubbio chitarristi, bassisti e in generale chiunque sia interessato a intavolature e grafici degli accordi per cordofoni tastati. Partiamo dai box degli accordi: nell’area Configurazione, cliccando con il pulsante destro del mouse sul musicista di nostro interesse, è ora disponibile la voce la voce Diagrammi degli accordi.
Come si può notare nell’immagine la scelta non è limitata alla tradizionale chitarra in accordatura canonica, ma prevede anche accordature non standard e spazia tra gli strumenti più disparati, da quelli barocchi alla balalaika alla chitarra hawaiana. Una volta abilitati i box degli accordi questi appaiono automaticamente sotto ad ogni sigla accordale. Dorico seleziona di default il voicing più semplice, e, cosa interessante, tiene in considerazione la reale eseguibilità delle forme d’accordo e non solo la semplice correttezza teorica delle note coinvolte. Passare in rassegna i numerosi voicing disponibili per l’accordo selezionato o visualizzarli tutti sono operazioni immediate, grazie alle combinazioni da tastiera associate, rispettivamente Alt/Opt + Q e Shift + Alt/Opt + Q. Si possono infine facilmente aggiungere voicing assenti nella libreria interna.
Come usuale in Dorico, anche per quanto riguarda i box degli accordi e più in generale per tutto quanto affrontato in questo articolo, a fronte di un’estrema semplicità nell’utilizzo delle diverse funzioni appoggiandosi ai settaggi standard, c’è la possibilità, dietro le quinte, di personalizzare in modo dettagliato il comportamento del programma. I settaggi si raggiungono cliccando sulle icone a ingranaggio presenti in diverse aree del software.
Le intavolature
Passiamo ora alle intavolature. Ogni strumento tastato a corde può essere ora reso in notazione standard e/o in intavolatura (quest’ultima con o senza indicazioni ritmiche). Quando sono presenti entrambe le soluzioni notazionali, man mano che si inseriscono le note nello spartito Dorico compila l’intavolatura sottostante, scegliendo automaticamente su quale corda eseguire le note. Per cambiare corda (ad esempio, per scegliere se suonare su una chitarra la seconda corda a vuoto o la terza digitata al quarto tasto – la nota prodotta è la stessa) basta digitare i tasti N ed M della tastiera del computer. Dorico evidenzia poi automaticamente con colori evidenti le incongruenze nella TAB (due note eseguite contemporaneamente sulla stessa corda e note fuori gamma).
Si può scrivere direttamente anche nell’intavolatura; in questo caso Dorico genera automaticamente la notazione standard (sempre se sono presenti sia intavolatura sia pentagramma, cosa non obbligatoria). Non manca un supporto completo per armonici naturali e artificiali, bending, note stoppate.
Supporto completo alle diteggiature per chitarra classica
Se con box degli accordi e TAB gli sviluppatori di Dorico hanno dato risposta alle necessità - tra agli altri – dei chitarristi moderni, nella terza release del software non mancano elementi di interesse nemmeno per i colleghi classici. È stata infatti colmata anche la lacuna che vedeva la mancanza della possibilità di indicare le diteggiature per mano sinistra e destra nei brani di chitarra classica. La procedura è estremamente immediata, basta digitare Ctrl/Cmd + F per attivare il modulo di inserimento della diteggiatura, spostandosi poi con le freccette verso l’alto e verso il basso per passare da una mano all’altra.
Restando nell’ambito degli strumenti tradizionali, Dorico 3 ha visto anche l’implementazione di funzionalità complete di notazione per l’arpa.
I suoni
Spostiamoci ora momentaneamente dall’ambito della notazione a quello della riproduzione. Come d’abitudine il motore sonoro di Dorico è HALion Sonic SE, il synth/rompler tuttofare ben noto agli utenti Steinberg. Resta inclusa nel pacchetto completo (ma non nell’Elements – per le differenze tra le edizioni di Dorico 3 si veda https://new.steinberg.net/dorico/compare-editions/) la HALion Symphonic Orchestra, un’orchestra virtuale che nonostante sia in circolazione da parecchi anni continua a difendersi discretamente. Si aggiunge infine la libreria vocale Soundiron Olympus Micro, ottima per la stesura di parti corali di riempimento.
Sempre sul fronte della riproduzione con Dorico 3 è stata implementata la possibilità di creare dei template di strumenti virtuali richiamabili liberamente. Ad esempio si potrebbe scegliere di sonorizzare le parti di pianoforte con un determinato VSTi (Steinberg o di terze parti), quelle di violino con un altro VSTi specifico e di lasciare che tutti gli altri strumenti vengano gestiti a livello di riproduzione associandoli automaticamente ad HALion Sonic SE. Si possono creare più template, richiamabili a seconda delle necessità. Se si aggiunge la disponibilità delle Expression Map (gli utenti di Cubase le conoscono bene, permettono di gestire le diverse articolazioni degli strumenti virtuali con facilità) diventa palese l’impegno degli sviluppatori sul fronte della qualità e del workflow audio, cosa d’altra parte prevedibile trattandosi di un’azienda che nei software di produzione audio ha il suo core business.
Generazione automatica di parti condensate
L’ultima novità su cui vogliamo porre la nostra attenzione è la possibilità nella versione Pro di generare automaticamente parti condensate, utili per la direzione e per lo studio. In sostanza, date due o più parti poste su diversi righi, Dorico Pro 3 è in grado di condensarle in un unico rigo, mantenendo comunque la possibilità di distinguere una parte dall’altra. Si definisce se e quali parti condensare nel menù di configurazione del layout di proprio interesse (in Dorico i layout sono le rese grafiche dei materiali, si possono impostare in modo autonomo layout complessivo, delle singole parti, di determinati raggruppamenti strumentali).
Una volta generato un layout condensato non si possono modificare i materiali direttamente da lì, ma intervenendo nei layout non condensati vengono aggiornati automaticamente anche i primi.
Tirando le somme
Complessivamente Dorico 3 ci è sembrato la definitiva conferma della bontà del progetto e un ulteriore importante passo in avanti. Finalmente tutte le funzioni indispensabili in un applicativo di notazione musicale professionale sono presenti. Allo stesso tempo sono molte le peculiarità avanzate implementate, e dalla versione 1 ad oggi non è mai cambiata l’essenza snella, intuitiva ed altamente ottimizzata del software. Una volta che se ne capisce la filosofia strutturale (e ci vuole molto poco per farlo) scrivere musica diventa un piacere e non una lotta continua per ottenere su carta o schermo quello che si desidera.
Restano piccole questioni da risolvere, tra cui la mancata traduzione di alcune voci, che appaiono in inglese anziché italiano, il fatto che gli strumenti virtuali quando richiamati si aprano in background anziché comparire a schermo, la barra di trasporto flottante che finisce in background ogni volta che si clicca altrove. Non si tratta ad ogni modo di grossi problemi, ma piuttosto di aggiustamenti minimi richiesti che potrebbero essere apportati anche con uno dei prossimi aggiornamenti gratuiti. L’integrazione con Cubase/Nuendo sarebbe certamente cosa più impegnativa, ma rappresenterebbe un salto di qualità estremo, che collocherebbe Dorico come LA scelta per chiunque debba scrivere e quindi produrre la musica notata. Lasciamo questo nostro desiderio nella cassetta delle lettere Steinberg, Natale è vicino, chissà…
Concludendo, nonostante la giovane età Dorico 3 è giunto alla maturità e può competere ad armi pari (e con non pochi assi nella manica) con qualunque software concorrente. A seconda delle necessità personali potrebbe non essere la scelta perfetta per tutti, ma sicuramente i più dovrebbero tenerlo in primaria considerazione al momento di scegliere a quale software notazionale affidarsi.