Ecco la seconda parte del test di questa nuova ammiraglia (qui trovate la Prima Parte) tra le workstation arranger di casa Yamaha: il recorder MIDI/Audio, le funzionalità riviste per organizzare le proprie performance con semplici colpi di dita sullo schermo, le connessioni e – last but not least – le mie impressioni di uso. C’è ancora tanto da scoprire se amate il genere: pronti a partire?
SONG MIDI/AUDIO
Il Dual Player accetta la selezione di due Song audio (MP3 o Wave) o di una Song e un MIDI file, ma non consente la selezione di due MIDI File. Il cursore utile per mixare da una canzone all'altra ha una corsa piuttosto corta: occorre quindi muoverlo con cautela nel momento di passaggio fra i due brani musicali. La funzione Score non presenta nulla di nuovo, tuttavia appare più efficace grazie alle dimensioni superiori dello schermo e l’inclinazione studiata da Yamaha permette una buona visibilità. Il lettore di basi MIDI è pienamente compatibile con gli standard MIDI File che rispettano i formati GM, GM2, GS Roland e XG Yamaha. Qualche problema può verificarsi con il formato proprietario di basi realizzate da terzi, ma in certi casi sono disponibili utility software per ottimizzare la Song.
Il player audio riproduce file Wave e MP3 in formato stereo, mentre è possibile riprodurre in multitraccia i file registrati sulla Genos nel formato proprietario (*.aud). Sui file audio riprodotti è possibile inserire algoritmi quali Vocal Cancel, Pitch Shift e Time Stretch. Grazie allo schermo tattile potete spostarvi a piacere – e a colpi di dita - tra le misure della song riprodotta dal player. Lo storico Song Creator sulla Genos è stato mandato in pensione e sostituito delle funzioni di Song Recording, capaci di agire sempre nei domini MIDI e audio. Sebbene l’operatività a video sia stata completamente stravolta e sviluppata ex novo per agevolare il controllo dallo schermo tattile, le specifiche tecniche dei due registratori digitali rispettano quanto era già valido nella serie Tyros: il MIDI Multi Recording prevede 16 tracce e tre modalità operative come Quick Recording per registrare su due tracce stereo l’esecuzione dello strumento in tempo reale, Multi Track per registrare in multitraccia e Step Recording per inserire i dati manualmente.
L’Audio Multi Recording accetta la creazione di song fino a 0,8GB, corrispondenti a 80 minuti circa di musica nel formato proprietario Yamaha con risoluzione 44,1 kHz/16 bit; la Genos dispone di un Utility di conversione per importare file audio nel Recorder, oppure esportare un mix nei formati Wave e MP3. Anche per il menu di creazione di Style originali valgono le considerazioni fatte sopra: il software mantiene la filosofia e la struttura della versione precedente, con un’interfaccia ridisegnata per il grande schermo touch screen; sono rimaste alcune restrizioni quali l’assenza di editing avanzato delle tracce MIDI, mentre le eventuali parti audio possono essere disabilitate ma non possono essere modificate e nemmeno copiate con l’Assembly.
VOCAL HARMONY
Il Vocal Harmony della Genos eredita quanto di buono Yamaha ha studiato nel tempo per questa sezione: anche in questo caso lo schermo tattile favorisce la gestione dei parametri mentre si canta. Ci sono tre modi di utilizzo: con la modalità standard di Chordal è possibile armonizzare il canto recuperando le note armoniche dagli accordi suonati impiegando gli Style o riproducendo una Song. Nella modalità Vocoder, l'audio del microfono viene emesso tramite le note che vengono suonate sulla tastiera o le note di riproduzione della song; esiste infine il Vocoder-mono, una variante che riproduce solo melodie a nota singola. La funzione Synth Vocoder permette di trasformare le caratteristiche specifiche della voce in suoni sintetizzati o di altro tipo, a favore della propria creatività.
REGISTRATION, PLAYLIST E ALTRE FUNZIONI
Sulla Genos scompare il menu Music Finder, mentre rimangono i banchi di Registration in cui memorizzare tutti i parametri di pannello per poterli richiamare nella loro integrità dal vivo in un attimo ed essere pronti per un’esecuzione con i suoni, gli Style, gli effetti, le song e tutto quanto serve come atteso. Salgono da otto a dieci le locazioni di memoria per ciascun banco di Registration. E questi elementi di ogni banco possono essere raggruppati in diverse Playlist: ogni Playlist è una collezione di Registration, utile per preparare la scaletta di quanto si vuole suonare dal vivo. È disponibile una funzione di importazione dei vecchi Music Finder per trasformarli in banchi di Registration pronti all’uso sulla Genos; il limite massimo delle dimensioni di una Playlist è di 2.500 elementi. Le impostazioni generali della Genos sono rintracciabili nella pagina Menu, dove possiamo selezionare sezioni quali Mixer (nuovo nome del Mixing Console), Channel On/Off, Line Out, Score, Lyrics, Text Viewer, Mic Settings, Vocal Harmony e così via.
Sino a ieri, i clienti fedeli a Yamaha, quando acquistavano un arranger nuovo, avevano un grande vantaggio: potevano essere immediatamente operativi grazie all’impostazione coerente dei pulsanti fisici presenti sul pannello. Ora con la Genos, anche questi musicisti devono mettersi il cuore in pace e ricominciare da capo. Le funzionalità sono (quasi) le stesse ma la loro usabilità è mutata. Anche l’interfaccia grafica è stata profondamente rivista ed è evidente come i progettisti Yamaha abbiano preferito privilegiare i concetti di modernità piuttosto che tentare di replicare gli stessi comportamenti delle Tyros e PSR. Orientarsi tra i vari menu non è difficile, al contrario, ora è tutto è più facile: occorre però compiere uno sforzo mentale cercando di dimenticare le abitudini precedenti e dimostrare buona volontà nel reimparare da capo. I risultati saranno premianti.
LE CONNESSIONI
Le porte per collegare i dispositivi esterni non mancano, perché oltre alla porta USB posta sul pannello frontale dove inserire delle unità di memoria, una seconda porta è disponibile nel pannello posteriore, ma non finisce qui: sul fondo dello strumento è stato inserito un pratico terminale aggiuntivo che consente l'installazione semi-permanente di un'altra unità flash USB; nello specifico, il montaggio richiede l’apertura/chiusura di uno sportellino con un cacciavite a stella. Nel pannello posteriore sono presenti gli slot e le prese per fissare e collegare gli altoparlanti GNS-MS01 opzionali: un sistema composto da due speaker e un subwoofer, secondo la tradizione avviata sul primo modello Tyros e che possono avere il loro perché in ambito casalingo. Nel parco connessioni, i musicisti più tecnologici apprezzeranno il mantenimento di due coppie di porte MIDI I/O, mentre la presenza di un’uscita audio digitale in formato S/PDIF agevola un collegamento diretto con un computer o un recorder per registrare l'esecuzione strumentale o riprodurre una song con una risoluzione maggiore (44.1 kHz/24 bit). Occorre osservare come il volume in uscita dell’uscita digitale non è influenzato dal volume Master, ma è personalizzabile dalle impostazioni generali del sistema.
La Genos offre ben tre coppie di uscite Line Out in formato jack da 6,3mm e così organizzate: una coppia di Main L/R e quattro uscite SUB assegnabili a specifiche parti, per sfruttare ad esempio unità effetti esterne per alcune voci o inviare il click del metronomo in cuffia al batterista o altri musicisti. Una coppia di prese AUX IN in formato jack da 6,3mm consente il collegamento alla Genos di un lettore audio portatile, uno smartphone, un tablet o un generatore di suoni per ascoltare l'audio del dispositivo esterno attraverso le cuffie o gli altoparlanti. Sulla Genos è possibile collegare fino a tre pedali assegnabili, di default configurati per impiegare un pedale Sustain, uno switch per richiamare le Super Articulation di una Voice e un pedale volume. Per quanto riguarda gli ingressi microfonici, oltre alla presa in formato jack da 6,3mm destinata alle capsule dinamiche, la Genos dispone inoltre di un ingresso in formato XLR per varianti a condensatore, con l’alimentazione Phantom (+48V) attivabile tramite un piccolo switch. Unica piccola nota dolente della sezione, l’assenza di un’uscita video richiede l'utilizzo di un adattatore realizzato da terzi nei formati VGA o HDMI per collegare un monitor/TV esterno.
IL TEST
Per cogliere il significato della Genos nell'ambito del mercato attuale degli arranger, è inevitabile partire dall’osservazione secondo cui questa nuova ammiraglia, pur sostituendo a listino la blasonata serie Tyros e apportando rilevanti concetti di innovazione, non ne eredita il 100% delle funzionalità, lasciando dietro di sé alcune caratteristiche tipicamente apprezzate da un’utenza amatoriale e casalinga (fra cui ad esempio la Performance Assistant Technology, lo schermo reclinabile, il Music Finder, il pulsante fisico del metronomo e gli switch Voice Effect…). Yamaha è orgogliosa nell'affermare che la Genos rappresenta il nuovo punto di riferimento sul mercato per il suono di una workstation digitale e per l'esperienza d'uso. Di certo, con questo strumento, la casa giapponese ha qualcosa da dire in più al mercato dei professionisti, laddove la serie Tyros - pur nella sua munificenza - aveva rappresentato il non plus ultra per l'esperienza mista fra esibizioni dal vivo e svago domestico. Il punto di partenza è l'innovazione totale dell’interazione uomo-macchina, resa possibile dall’introduzione dello schermo sensibile al tocco, della nuova e generosa superficie Live Control e dei sei switch Gateway.
Dopo alcuni giorni di utilizzo, si comincia ad andare a memoria nelle posizioni fisiche a video specifiche di ciascuna funzione: ovviamente, all’inizio lo strumento richiede di armarsi di coraggio e pazienza e cercare quello che si desidera in una serie di pagine video piuttosto affollate. Sono scomparsi dal pannello decine e decine di pulsanti fisici e l'interattività è stata trasferita sotto il dominio di menu pilotabili dal touch screen. L’uso della sezione Live Control semplifica concretamente l’operatività, perché grazie al piccolo schermo OLED potete tenere sempre sotto controllo i vari parametri assegnati ai controlli fisici, mantenendo sul display principale il menu preferito; in questo rinnovato aspetto fisico del nuovo strumento, Yamaha ha posto la discriminante che determina il taglio autenticamente professionale di questa workstation digitale. La Yamaha Genos si pone ora a specchio di fronte alle altre ammiraglie di classe “enterprise”, e il confronto con concorrenti quali la Korg Pa4X, la Ketron SD9 o la variante SD60 si fa compatto e serrato.
Dal punto di vista sonoro, la qualità di ogni singolo timbro è superlativa ed è naturale provare un senso di meraviglia di fronte alle caratteristiche espressive e realistiche di ogni dettaglio. Dai pianoforti acustici, in cui Yamaha ha sempre brillato grazie al campionamento dei pianoforti a coda CFX, alla ricchezza armonica degli archi; anche dove la serie Tyros ha sempre denunciato secondo alcuni qualche difficoltà, cioè la potenza percussiva necessaria per "bucare" nei mix dal vivo, ora si è presentata con idee molto più chiare grazie alle innovative Revo Drum! Grazie ai nuovi convertitori DA, la potenza audio è impressionante: mai sinora Yamaha ci aveva ancora abituato a questi livelli nelle serie precedenti. Il balzo in avanti compiuto dalla sezione effetti è notevole, perché oltre alla raffinata tecnologia proprietaria VCM, nella Genos va rimarcato che potete combinare fino a 28 blocchi DSP impiegabili contemporaneamente, che consentono di assegnare un effetto Insert diverso su ciascuna traccia del sequencer e oltre. Cercate in giro e ditemi di quante tastiere potete dire la stessa cosa.
L'esteso patrimonio di stili Yamaha è stato ancora una volta adeguato alla capacità sonora della Genos, con i nuovi timbri e i nuovi effetti: da bravi ragazzi di un tempo, gli arrangiamenti Yamaha ora sono maturi, professionali, robusti. Suonare gli stili della Genos procura al tastierista la stessa sensazione di sorpresa, realismo e di musicalità che un tempo era patrimonio specifico dei primi grandi arranger Roland, oggi non più in produzione. L’impatto sonoro degli Style della Genos può risultare una piacevole sorpresa sia per chi non ha dimestichezza con le risorse Yamaha, ma anche per chi ha le orecchie ormai assuefatte agli standard dell’azienda dai tre diapason: soprattutto per questi ultimi, tutto sembra rinnovato e abbellito. Suonare sulla Genos appare diverso, più realistico e più attuale. E dire che la Tyros 5 e le PSR-S970/S770 non scherzavano mica.
La Genos è espandibile grazie al noto software Yamaha Expansion Manager volto a creare e installare pacchetti personalizzati o acquistati. Inoltre, con il supporto dei formati WAV, AIFF, SoundFont e REX, ora le possibilità di espansione sono illimitate. Rispetto al passato, le modalità di salvare in locazioni di memoria le proprie impostazioni (specifiche per ogni brano musicale) sono state semplificate e rivoluzionate con l'introduzione delle locazioni Playlist, i cui limiti di utilizzo sono pressoché infiniti. Dulcis in fundo, il Cross Fader consente di miscelare dal vivo l'ascolto tra due file (uno MIDI e uno audio) grazie al nuovo Dual Player. Per quanto concerne la cattura di una performance si può affermare che, con la Genos, non è necessaria una DAW per registrare in diretta un’esecuzione complessa in un file audio di alta qualità. È apprezzabile l’aggiunta dell’ingresso microfonico dotato di alimentazione Phantom, che ne estende l’utilizzo anche a chi ama esibirsi impiegando dei raffinati microfoni a condensatore, lo è meno la mancanza di un’uscita video dedicata perché richiede necessariamente il ricorso a un'adattatore di terze parti.
CONCLUSIONI
La nuova Yamaha Genos merita l’attenzione dei tastieristi amanti del genere, perché si presenta con una vasta libreria di suoni sorprendenti, un esteso repertorio di stili musicali di ottima fattura e un’abbondante dotazione di tecnologie innovative che, di solito, ci si aspetta da un’ammiraglia che traccia la strada per un nuovo corso. La potenza è nulla senza controllo, e Yamaha fornisce nella Genos un’interfaccia che semplifica concretamente la gestione dello strumento nell’esecuzione in tempo reale, quindi una prova è caldamente consigliata a tutti, fosse solo per capire come il brand nipponico vede il futuro per questa categoria di strumenti musicali: ma vi avverto, l’uso prolungato può generare dipendenza… buon divertimento!
PRO
- Qualità del suono
- Timbri e stili eccellenti.
- Interfaccia e sezione effetti riviste
- Ampia memoria per campioni, espansioni e stili addizionali
CONTRO
- Editing del suono marginale
- Assenza di un Utility di conversione MIDI-to-Style
- Assenza di una porta video dedicata
INFO
Prezzo:
- Yamaha Genos € 4.895.00 (IVA inclusa)