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Test: Yamaha Montage, un mondo nuovo nella sintesi

Rapporto qualità/prezzo8
Costruzione9
Suono9
Facilità d'uso7.5
8.4

Da anni si aspettava che Yamaha presentasse un nuovo synth e il momento è arrivato. Yamaha Montage gioca le sue carte sulla nuova sintesi FM e su una qualità del suono sorprendente. È prima di tutto un sintetizzatore come da tempo non si vedeva!

Se ci avviciniamo a Yamaha Montage considerandolo il nuovo Motif o la migliore super workstation sul mercato, sbagliamo in partenza. Rispetto a Motif non ha solo dei numeri in più: sono state compiute delle scelte, anche tagli, che potrebbero disorientare gli utenti affezionati a Motif. Yamaha con Montage si è infatti posta l’ambizioso obiettivo di offrire un potente sintetizzatore, centrato sul generatore sonoro e soprattutto sul controllo in tempo reale dei parametri battezzato Motion Control. Dietro all’appariscente Super Knob si cela una complessa gestione di automatismi e di sorgenti di controllo, capaci di generare modulazioni e comandare sequenze. Il tutto gestibile anche dal vivo, in sincronia con musicisti o tracce registrate. Il risultato sono veri e propri brani stravolgibili in tempo reale o suoni evolutivi di complessità non facilmente riscontrabile in altre macchine. Infine, è stata prestata particolare cura allo stadio di uscita analogico e alla sezione multieffetto, componente sempre più importante nella musica contemporanea.

01 Il pannello posteriore con le connessioni

Fronte e retro

Montage arriverà nei negozi italiani a Maggio 2016 nelle tre classiche versioni: 61, 76 e 88 tasti. Le prime due montano meccanica synth weighted Yamaha FSX; la 88 tasti è pesata con simulazione del martelletto. Al centro del pannello frontale, verniciato in grigio scuro metallizzato, semilucido e leggermente bucciato, spicca il display a colori touch screen, con diagonale di 7”. Alla sua sinistra c’è la sezione controller: otto encoder rotativi con corona di LED, otto fader con colonna di LED, il camaleontico Super Knob, otto pulsanti blu per il cambio delle Scene, modulation wheel e pitch bend e un piccolo ribbon controller. A destra del display ci sono tutti i pulsanti per l’impostazione dei suoni e delle modalità operative, quasi tutti retroilluminati con doppia intensità. Luce spenta significa comando non disponibile in quella modalità. Luce accesa indica che il parametro è utilizzabile e non attivo (intensità bassa) o attivo (intensità alta). Sul retro, sotto una curvatura concava molto caratteristica dello chassis, troviamo le connessioni: una porta USB di tipo A per connettere unità di memorizzazione e una di tipo B per il collegamento al computer. Mediante questa connessione, Montage può scambiare canali audio e MIDI con le principali DAW (16 out mono, 3 in stereo e 16 canali MIDI I/O). Proseguendo sul pannello posteriore incontriamo la terna di porte MIDI, due ingressi per pedali switch e due per pedali di controllo continuo. Per quanto riguarda le connessioni audio, Montage offre quattro uscite bilanciate (due master e due assegnabili, con tecnologia Pure Analog Circuit), due ingressi audio analogici e un’uscita cuffie. Il segnale può essere inviato anche a uno dei 32 canali su USB, che si riducono a otto qualora si scelga un sample rate di 192 kHz. L’ingresso analogico entra nel DAC permettendo all’utente di processare il segnale con i DSP interni.

02 MONTAGE 6

Il motore

La generazione sonora è affidata a due motori di sintesi. Il primo è l’AWM2, sintesi sottrattiva con campionamenti, da 128 note di polifonia stereo. Alla base di tutto abbiamo otto Element che costituiscono una Part. Ciascuno ha un filtro multimodo con 18 tipologie, inviluppi per pitch, amplitude e filtro, LFO globale della part e LFO dedicato a ciascun Element. Completano la dotazione arpeggiatore, due effetti insert, due mandate effetti, equalizzatore e altri accessori standard riscontrabili in altri strumenti Yamaha basati su AWM2. Montage possiede una memoria waveform dieci volte più estesa di Motif XF, di cui contiene tutti i dati. La memoria interna, di tipo flash, è infatti di 5.67 GB. La memoria user è di 1.75 GB, sempre flash, per caricare campionamenti personali o provenienti da librerie. Le performance preset sono 1920 mentre le user 640. Per un periodo limitato Yamaha offre ai possessori di Montage il download gratuito del multicampionamento di Bosendorfer Imperial Premium Grand Piano, una libreria di oltre 400 MB, da caricare nella user Flash RAM. Il secondo è il nuovo motore FM-X, in modulazione di frequenza a 8 operatori e 88 algoritmi, come FS1R. Le note di polifonia sono 128, gli operatori possono generare forme d’onda diverse dalla sinusoide e in questo caso si attivano due interessanti funzioni (Spectral Skirt e Spectral Resonance) tutte caratteristiche assenti sui sintetizzatori FM storici. Ai lettori meno attempati consigliamo di leggere il box Yamaha DX7. La selezione degli algoritmi avviene tramite una matrice 8x8; cliccando sul numero di Chain (Modulator) in verticale e di Carrier in orizzontale compaiono gli algoritmi con le specifiche richieste. Una volta selezionato l’algoritmo, possiamo passare all’editing di ciascun operatore, selezionandolo coi pulsanti 1-8 in basso sul display. Nella scheda Form/Freq possiamo impostare la forma d’onda, l’inviluppo AD della frequenza e i parametri fondamentali nella sintesi FM quali l’intonazione, il rapporto Carrier:Modulator e il Frequency Mode per fissare la frequenza o associarla alla keyboard tracking. La funzione Spectral Skirt opera un ampliamento del contenuto armonico, a valori alti corrisponde una presenza maggiore di armoniche superiori. Spectral Resonance sposta verso frequenze superiori i picchi armonici. Entrambe sono molto immediate da utilizzare e stravolgono il suono, con arricchimento armonico. Nella scheda Level disegniamo l’inviluppo HADDSR dell’ampiezza, non ci sono i parametri Rate, bensì Time. Le Perfomance FM-X possono essere effettate e modulate allo stesso modo di quelle AWM2. Una parte FM-X può modulare una AWM2 e viceversa, tramite Envelope Follower. Chi ha programmato lo storico DX7 ricorderà il diagramma a farfalla del Keyboard Scaling. Ovviamente questa funzione è presente e ci permette di variare lungo l’estensione della tastiera il livello di uscita degli operatori e quindi variare livello o contenuto armonico. È presente anche un filtro multimodo per poter modificare il contenuto armonico generato in modo tradizionale. L’arpeggiatore ha 10.000 frasi preset e 256 user, suddivise per tipologia di strumento, per una rapida ricerca. Può gestire fino a otto tracce le quali, tramite la memorizzazione delle Scene (in altre parole snapshot), possono essere attivate e disattivate con un click. Il concetto di Scene è comunque più generale: al suo interno possiamo memorizzare anche la selezione del Motion Sequence, i parametri del Super Knob, parametri denominati Mix1 e Mix2 (livelli, panpot, mandate effetti, parametri del filtro), inviluppo dell’ampiezza, parametri arpeggiatore (swing, gate time), ecc.

All’interno di una Performance possono essere caricate fino a 16 Part, mischiando liberamente AWM2, Drum e FM-X. Il concetto di Library Bank è stato ampliato: ora una Library (è possibile memorizzarne otto) contiene tutti i dati user: User Performance, User Waveform, User Arpeggio Pattern e User Live Set. Ciò significa nello specifico disporre di 9 x 640 Performance e 9 x 2.048 Live Set. Il multieffetto, con tecnologia proprietaria VCM (Virtual Circuit Modeling che simula il comportamento reale dei circuiti elettrici), è molto completo. In una Perfomance abbiamo a disposizione due mandate: una Reverb (12 tipi) e una Variation (76 tipi tra cui phaser, chorus, delay, beat repeat, vinyl break, bit crusher, ecc.). Ogni Part ha due effetti in insert (in serie o in parallelo a piacimento) e due equalizzatori, uno a due e uno a tre bande, pre e post Insert-FX. Anche ogni Element ha un suo equalizzatore dedicato. In insert sul master ci sono un Master Effect e un equalizzatore parametrico a cinque bande, con estremi commutabili in shelving. È presente la funzione Side-Chain, utilizzabile non solo con i compressori, ma anche con effetti di modulazione (flanger, phaser, filtro e ring modulator). Esiste un sistema denominato SSS, Seamless Sound Switching, che consente di cambiare performance senza interruzioni del suono, con Performance fino a otto Part. Sono presenti un semplice sequencer MIDI a 16 tracce e un registratore audio stereo su memoria USB esterna. Montage non include delle Demo Song, ma ogni Performance possiede una mini-demo che mostra anche l’utilizzo delle modulazioni e dell’arpeggiatore se presente, accessibile tramite il tasto Audition.

08 La pagina di riepilogo delle connessioni tra i controlli fisici, assegnati a parametri o ad altri controlli fisici

Motion control

L’espressività di uno strumento è correlata alla capacità di modulare il suono durante l’esecuzione. Yamaha, per Motion Control intende la complessa struttura di modulazione di Montage composta da Super Knob, controlli rotativi e fader, Motion Sequence, Envelope Follower e Side-Chain Modulation. Il Super Knob è la prima cosa che salta all’occhio in Montage: una manopola multicolore che può controllare contemporaneamente gli otto potenziometri, con possibilità di impostare liberamente valore iniziale e finale, anche invertendoli.

 

03 Il Super Knob

 

Così facendo, agendo su un solo dispositivo, possiamo muovere fino a otto controlli i quali, a loro volta, possono essere assegnati a quattro destinazioni, grazie ad una complessa gestione di Common Assignable Knobs e Part Assignable Knob. Assegnare un parametro ad un potenziometro è semplicissimo con il Direct Control Assignment: basta selezionarlo sul display, tenere premuto [Control Assign] e muovere un controllo. Automaticamente il display mostrerà la schermata con le impostazioni avanzate. Collegando un pedale di espressione ad una delle due porte Foot Controller, possiamo suonare con due mani e comandare il Super Knob. Mediante Edit Knob Automation, il Super Knob può essere comandato da una Sequence: abbiamo a disposizione 16 step, due tipi di forma d'onda da caricare negli step, con impostazione del livello e specularità. Motion Sequence: praticamente sono degli step sequencer dedicati alla generazione di segnali di controllo. Ognuna possiede quattro Lane ognuna delle quali può gestire otto Sequence differenti, per un totale di 32 Sequence indipendenti per Part. Ciascuna Part ha il suo Motion Sequencer dedicato, così come le Common Part. Al massimo possono essere attivate otto Lane. Il Motion Sequence può essere attivato da solo o in coppia con l’arpeggiatore creando tessiture ritmiche e armoniche molto complesse. Per quanto riguarda l’Envelope Follower, come ulteriore sorgente di controllo, è possibile usare l’uscita di una Part, la cui ampiezza viene convertita in segnale di controllo, per modularne un’altra. O ancora collegare una sorgente audio esterna e utilizzare la sua ampiezza per modulare un parametro del generatore sonoro. Il funzionamento ricorda lontanamente il Vocoder, ma in questo caso la destinazione può essere un qualsiasi parametro di sintesi, anche di una Part FM-X.

04 A destra del display troviamo alpha dial, tasti inc:dec, frecce di spostamento che replicano funzioni ottenibili anche da touch screen

Hardware e interfaccia grafica

La dotazione di pulsanti e controller di Montage è generosa e ben progettata. Corone e barre di LED sono la soluzione migliore per indicare i valori dei potenziometri e fader. Il display touch screen è molto reattivo e sensibile, ce ne siamo accorti quando abbiamo digitato testo sulla tastiera virtuale. Le pagine di programmazione sono in generale ben disegnate ed è comodo lavorare principalmente col touch screen, sebbene le funzioni principali siano disponibili anche con pulsanti e alpha dial. L’uso della doppia intensità della retroilluminazione dei pulsanti è un ottimo metodo per capire immediatamente quali funzioni sono attive e quali no. L’utilizzo multiplo dei tasti, cioè l’associazione di due o più funzioni allo stesso tasto, può creare un po’ di disorientamento, ma è questione di abitudine. Soprattutto durante le prime ore di utilizzo è facile perdersi tra pagine e sotto pagine. Bisogna innanzitutto aver ben chiara la struttura del Motion Control, perché non siamo di fronte ad una semplice matrice di modulazione, ma a una complessa rete di sorgenti di modulazione/controllo, concatenate tra loro. Poi le finestre e sotto finestre sono organizzate graficamente a sinistra del display, in modo tale da capire sempre dove siamo nella struttura. Se ciò non bastasse, nella prima riga in alto c’è sempre una freccia per tornare indietro di un livello oppure basta premere il tasto Home per uscire del tutto.

05 Alla sinistra del display troviamo l'ampia selezione di controlli su potenziometri e fader con LED annessi

Compatibilità

Un aspetto molto importante, quando si acquista un nuovo prodotto, è verificarne la compatibilità coi modelli precedenti. Per quanto riguarda la serie Motif, Montage è compatibile con i dati della serie XF (.X3A, .X3V, .X3G e .X3W), includendo nella sua memoria le 3977 forme d’onda e i 7881 arpeggiator pattern di Motif XF. Tuttavia, a causa del cambio di organizzazione dei dati, non è possibile importare le Performance. Altra differenza, in Montage scompare il concetto di Voice, sostituito dalle Single Part Performance. Scompare anche l’accesso diretto a una Performance tramite codice alfanumerico, soppiantato dalla funzione Category Search. Per quanto riguarda il mondo FM sarà possibile importare suoni di DX7, DX7II, TX802 e TX816, tramite tool di conversione disponibile a breve. È possibile importare anche dati di Motif XS/ES e di S90XS/S70XS. Per dettagli consigliamo di consultare questa pagina: compatibilità dati.

06 Una Part è composta da 8 Element, la più piccola parte di una Performance. Ciascuno riproduce una delle waveform in memoria o caricate da memoria USB

Live set e master mode

Non è una novità, ma è una funzione che molti tastieristi apprezzano ed è diventata ormai indispensabile per suonare dal vivo. La modalità Live Set consente di organizzare le performance in pagine comode per il cambio rapido durante l’utilizzo live. Un Live Set è una playlist di 256 Performance. Il display ne mostra 16 per pagina, ciascuna nominabile a piacimento. Esistono 128 memorie preset, ma possiamo salvare otto User Live Set, per un totale di 2048 Performance. Se ciò non basta, si possono usare le otto Library, dove organizzare altre 16384 Performance. In base alle proprie necessità è quindi possibile creare Live Set contenenti categorie di strumenti per ciascuna pagina (E.Piano, Lead Synth, Soft Pad, Bright Pad, Guitar, ecc) oppure dedicare un Live Set (o una Library) per ciascuna situazione/band, ed avere così in ordine di scaletta tutti i suoni che dovremo richiamare durante una performance. Creare un Live Set è molto veloce e semplice: possiamo richiamare le performance dalla modalità Live Set, oppure possiamo sfogliare le Performance in modalità Category Search e tramite la combinazione [Shift]+[Live Set] aggiungerle alla lista, scegliendo la posizione cliccando sul display. Ogni slot può essere completato con un breve testo: il titolo del brano, la sezione del brano o altro a piacimento che comparirà in grande, in basso, quando la Performance sarà selezionata. Inoltre, si può aggiungere una riga colorata, per identificare più velocemente lo slot.

07 Il Category Search permette di orientarsi facilmente attraverso le quasi 2000 Performance in memoria

Le funzioni master keyboard permettono di controllare generatori esterni, fino ad un massimo di 16. Il tutto è molto simile al Master Mode di Motif, ma qui abbiamo 16 part anziché otto. Per ciascuna parte, dalle impostazioni della Performance, è possibile impostare range, transpose, canale MIDI di trasmissione, comandi CC e PC per la selezione dei suoni e l’attivazione dei singoli controller quali pitch bender, after touch, CC, pedali, ecc.

09 Impostazione del livello di un operatore FM

In prova

Dopo ore di utilizzo, addentrandoci nella programmazione, abbiamo toccato con mano la complessità del Motion Control e del doppio generatore. Con l’Envelope Follower possiamo utilizzare la funzione Side Chain nel multieffetto, sia con i compressori che con effetti di modulazione, oppure modulare un parametro AWM2/FM-X. Non solo: il segnale in ingresso può essere utilizzato come tap tempo per sincronizzare il clock di Montage ad un segnale esterno, per esempio il click del metronomo del batterista o direttamente il suono della sua cassa. Questo apre nuovi orizzonti per l’utilizzo live dell’arpeggiatore e del Motion Sequencer. La programmazione in FM-X è semplice e intuitiva: le pagine di editing sono ben strutturate e chiare, non c’è davvero confronto rispetto alla programmazione su macchine FM storiche. Il touch screen e le dimensioni generose del display fanno la differenza. Inoltre, modulare i parametri FM con il Super Knob, con le Motion Sequence o con l’Envelope Follower offre nuove strade. Ovviamente bisogna aver chiari i concetti base della modulazione di frequenza. L’impostazione degli inviluppi tramite ratio/level è stata implementata con più tradizionali ADSR che utilizzano come parametri time/level. Non comprendiamo questa scelta, dal momento che lo stesso Reface DX è rimasto fedele all’originale. Attendiamo l’uscita del tool di conversione DX to Montage per capire come verranno convertiti gli inviluppi. La programmazione del Keyscaling invece è identica a quella del DX7, consentendo la variazione del contenuto armonico lungo l’estensione della tastiera. Divertente la possibilità di disegnare la propria forma d’onda dell’LFO, combinando 16 step, per implementare la nutrita selezione di forme d’onda. Sarebbe bello avere la stessa scelta anche per gli LFO degli Element che invece hanno solo tre modalità semplici (triangolare, dente di sega, quadrata). Su una macchina di questo livello e con la complessità delle funzioni disponibili avremmo voluto disporre di un ingresso per Breath Controller e avremmo preferito un display leggermente più grande, non tanto per la grafica che è chiara e leggibile, quanto per le abbreviazioni e l’affollamento di informazioni in certe situazioni. Il sistema SSS funziona perfettamente in modalità Live Set, con Performance con un massimo di otto part, ma in modalità Performance abbiamo notato una brevissima interruzione al cambio. La GUI è ben disegnata e il sistema operativo è fluido e ben progettato, ma era preferibile avere funzioni di copia e incolla tra le part o tra i parametri, oltre al merge tra Performance.

10 Con Montage è possibile disegnare la propria forma d’onda per l’LFO globale di una Part

La complessità di Montage è talmente elevata che la mancanza di queste funzioni può far perdere un po’ di tempo in fase di programmazione. Montage non possiede memoria RAM, come Motif, ma Flash RAM. Questo è sicuramente un vantaggio perché non costringe a ricaricare tutte le nostre waveform ad ogni avvio. Peccato che le funzioni di editing dei campioni importati siano al momento limitate, speriamo siano inserite nella nuova versione del sistema operativo. Ricordiamo che abbiamo avuto in prova uno dei primi esemplari, versione 1.1.0. Il sequencer MIDI e il registratore audio sono essenziali. La gestione delle registrazioni, sia MIDI che audio, è infatti abbastanza limitata. Montage dà il meglio di sé quando collegato a una DAW su computer, integrandosi con esso, diventando al tempo stesso interfaccia audio multicanale e superficie di controllo. Attualmente Montage non dispone del Remote Control e del Remote editor che abbiamo apprezzato con Motif e MOXF. Anche le app per iOS al momento non sono ancora disponibili. Ad Agosto tuttavia è annunciata la release 1.2.0 del sistema operativo e la presentazione di Montage Connect, sia per Mac OS X che Windows. Speriamo che molte delle mancanze che abbiamo incontrato siano implementate e le imperfezioni risolte. Anche il manuale operativo, nel momento in cui stiamo scrivendo, Maggio, non è ancora disponibile.

11 Le innovative funzioni Spectral Skirt e Resonance Skirt con cui colorare il suono in un modo nuovo

Conclusioni

Montage ci ha lasciato a bocca aperta per come suona, dinamico e pulito, e per il piacere di suonarlo. Il ritorno della FM, rivisitata in chiave moderna, introduce nuove sonorità e apre nuovi orizzonti ai programmatori. Montage è un synth puro e suona così bene che si dimentica la mancanza di un motore VA, di un emulatore Hammond o di un motore a modelli fisici (Yamaha VL). L’interfaccia non è sempre intuitiva, ma con una simile quantità di parametri era impossibile creare una macchina anche immediata. Con qualche giornata di uso intensivo si può però dominare Montage. Il multieffetto è molto musicale e creativo, capace di stravolgere in pochi passi il suono con grande semplicità. Il sistema Motion Control è complesso, ma una volta compreso come funziona è molto interessante e divertirà i programmatori più esperti. Chi invece non vuole perdersi tra le funzioni potrà sfruttare i quasi 2000 suoni preset, molti dei quali davvero belli. Una macchina che non una tastiera tuttofare, ma sicuramente farà la gioia di chi cerca un sintetizzatore che suona alla grande e con il quale esplorare nuovi mondi e riscoprire la FM.

 

 

PRO

Suono potente e dinamico

Sintexi FM-X

Integrazione con Cubase

CONTRO

Impossibile caricare performance Motif

Assenza funzioni edit campioni

YAMAHA DX7

La sintesi FM (Frequency Modulation, modulazione di frequenza) fu studiata dallo scienziato americano John Chowning nel 1967, anche se i suoi studi furono resi noti nei primi anni ‘70. La sintesi FM ebbe un grandissimo successo commerciale nel 1983, grazie allo storico DX7. Questo sintetizzatore è stato il primo di una grande famiglia, con 16 voci di polifonia, monotimbrico, generava suoni con 6 oscillatori sinusoidali, detti operatori, organizzati in 32 combinazioni, detti algoritmi. Queste caratteristiche oggi fanno sorridere, ma in quel periodo significava poter generare suoni completamente diversi da quelli ottenibili con gli strumenti presenti sul mercato, che erano perlopiù sintetizzatori in additiva. La sintesi FM si è reincarnata per molti anni negli strumenti musicali e non solo. SY77, SY99 e FS1R sono tra le ultime evoluzioni della sintesi FM, con sei operatori (otto nel caso di FS1R), ma molti più algoritmi, sintesi AFM (Advanced Frequency Modulation, SY) o FSS (Formant Shaping Synthesis, FS1R). Oggi Montage reinterpreta nuovamente la sintesi FM aggiungendo nuove caratteristiche come gli oscillatori non solo sinusoidali, Spectral Resonance e Spectral Skirt, il Motion Control con Super Knob, Motion Sequence ed Envelope Follower e il multieffetto evoluto.

inserire nel box dx 7 FM01_DX7

 

Preset

 Tutto parte dalla Category Search: premendo questo tasto, sul display in alto appaiono le categorie di suono (Piano, Pad/Choir, Syn Com, Basses, ecc), più sotto le sub-categorie (acoustic, electric, digital, ecc) e in basso la lista di performance. È possibile anche filtrare i risultati per nome oppure per motore utilizzato (AWM2, AWM2+FM-X, ecc) o per parola chiave.

Piano: non moltissimi, ma tutti convincenti i preset di pianoforti acustici. Layer di piano/pad oppure piano acustico/elettrico molto suonabili. CFX + El piano: bel suono di pianoforte, dinamico e regolazione livello dell'EP con Super Knob. Il multicampionamento di Bosendorfer Imperial è stupefacente: possente e rotondo nel registro grave, anche sui pianissimo. Ben riprodotta la risonanza della cassa armonica, così come i rumori meccanici. Sono stati eseguiti campionamenti sia col pedale di sustain alzato che abbassato. Questo multisample ha dinamica da vendere, ma sui fortissimo tende ad aprirsi troppo, allontanandosi dalla timbrica dell’Imperial che invece è più intimo. Rispetto al preset di piano CFX, il Bosendorfer è più realistico, ricco di armoniche, ma forse per questo meno adatto ad un mix complesso e più indicato a parti solistiche dove l’accompagnamento è assente o poco presente. Buone le emulazioni di Rhodes e Wurlitzer, basate su campionamenti di qualità e comprensivi di rumori meccanici. Molto belli i pianoforti digitali, con o senza parti in FM.

Hammond: convincenti anche se non è presente un emulatore. Montage usa il motore AWM2, usando fino a otto elementi e layer di più part per aggiungere keyclick e percussione. Non è ricalcato fedelmente nel dettaglio il carattere di un organo elettromagnetico, ma il risultato è molto musicale e d’effetto.

Chitarre: acustiche ed elettriche pulite molto realistiche e ben processate. Soprattutto le acustiche ci hanno colpito per realismo e suonabilità, abbellite da fret noise, armonici e slide.

Vasta selezione di bassi elettrici e sintetici, dai suoni più grassi e gonfi, a quelli acidi con resonance altissima o processati con distorsori o bit crusher.

Archi, ottoni, fiati: sezioni di violini per ogni genere, dai suoni più pop e brillanti, a quelli più intimi e commoventi. Ottoni nella media come sezioni pop/funk, ma hanno una buona programmazione per la gestione di falls, shake, swells, ecc. Presenti molti strumenti a fiato orchestrali, molto belle e articolate le sezioni orchestrali con archi, legni, ottoni e voci in layer e attivabili con i controller. ​Ci ha colpiti il realismo del clarinetto che riproduce fedelmente le variazioni timbriche al variare del volume, caratteristica fondamentale di questo strumento ad ancia.

Syn lead: ci è piaciuto singleline 2, nella sua semplicità, un suono morbido e toccante, caldo o squillante con Super Knob, ma sono almeno una decina le Performance sulle quali improvvisare per ore.

Pad/choir: tappeti avvolgenti e possenti, sia classici che evolutivi. Bello FM pwm Pad grasso a tal punto da avvicinarsi a quelli di un synth analogico in sottrattiva. Cori di particolare realismo e dinamica. Performance per esecuzione di brani classici, epici oppure vocali o fraseggi per arrangiamenti jazz/funk. Wax and Wave: tappeto che sfrutta motion sequence con automazione del super knob

Syn comp: molti suoni attuali, per EDM e musica elettronica. Turn it on è un effetto simpatico in stile THX da modulare con Super Knob.

Chromatic percussion: molti strumenti etnici, ben riprodotti, classiche percussioni metalliche in FM.

Sound FX/Musical FX: molto evolutivi, complessi, ottimi per colonne sonore e videogame.

DJ Montage, Tektonic dub, ​Pearly Gates e Mr. Side Chain sono solo alcune delle performance complete, con bass line, pattern di synth, base ritmica con programmazione delle otto scene e uso intensivo di arpeggiatore e motion sequence. Con queste Performance si possono apprezzare tutte le potenzialità di Montage, nonché divertirsi improvvisando per ore!

INFO

Yamaha Music Europe Branch Italy

www.it.yamaha.com

Contatto diretto

Prezzi: Montage 6 € 3.059,00 + IVA

Montage 7 € 3.568,00 + IVA

Montage 8 € 4.078,00

 

Allegati

FileDescrizione
pdf AF003_17 Yamaha Montage

2 comments

  1. rmoretti1950 16 ottobre, 2018 at 23:18

    Come faccio, essendo possessore di Montage 7 , ad ottenere il download gratuito del multi campionamento del Bosendorfer Imperial Premium Grand Piano.Grazie per la cortese risposta.

    • Riccardo Gerbi 21 ottobre, 2018 at 21:15

      Salve Roberto,
      deve cliccare su questo link per accedere al pacchetto:

      Per prima cosa deve registrarsi aprendo un suo account (voce “Login” in alto a destra); in seguito selezionando il pacchetto dedicato al Bösendorfer, troverà evidenziato sulla sinistra della pagina (alla voce “Description“) il codice promozionale per ottenere gratuitamente la libreria.

      Deve aggiungere nel carrello la libreria e – in fase di checkout – inserire nella cella dedicata il codice promozionale: il prezzo del pacchetto sarà pari a zero e potrà confermare l’operazione.

      Un saluto e buon divertimento.
      R.Gerbi

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