Una prova diversa dal solito. Mi sono calato nei panni dell’appassionato che acquista la nuova Yamaha PSR-SX900, la sera torna a casa e comincia a saggiarne le prestazioni: ho fatto notte fonda!
Ce l’ho. Una PSR-SX900 nuova di zecca è qui con me e mi sto preparando a suonarla per la prima volta. Mentre la poso sul cavalletto, ne saggio il peso e le dimensioni: 11,5kg e un metro circa di larghezza. Bene. Prima di accenderla, sfioro le plastiche della scocca e mi sembrano robuste seppur i materiali siano nella norma: il colore nero corvino dimostra un tono serioso che la distingue dalla concorrenza, laddove hanno preso a dipingere le tastiere di colore rosso fiammante. Sul retro, spicca l’ordine delle porte di connessione inserite in un intaglio nella sponda posteriore che scende in diagonale, come MM6 e MX61. Premo il tasto avvio e, dopo 18 secondi, posso già suonare il pianoforte ConcertGrand. Si comincia!
Yamaha PSR-SX900: l’aspetto esteriore
Provo la consistenza della tastiera FSB. Il contatto è morbido, ma la resistenza alla corsa segnala un notevole miglioramento rispetto lo standard delle PSR. L’usabilità eredita il touch screen di Genos: i lavori di personalizzazione e programmazione ne sono agevolati ma non così tanto le azioni in tempo reale; non a caso Yamaha ha mantenuto una discreta serie di pulsanti fisici sul pannello, ma più generosi come dimensioni rispetto al passato. Vediamoli tutti. In alto a sinistra, appaiono i controlli essenziali dei due sequencer separati (MIDI e audio), i pulsanti di richiamo delle 10 famiglie degli stili, il trasporto, il tempo, il Reset/Tap Tempo, il Mixer/EQ e il nuovo Chord Looper; di particolare rilievo sono le due manopole Live Control assegnabili, già presenti nei modelli precedenti di PSR-S. In basso, l’inedito joystick sostituisce le rotelle per Pitch e Modulation. A destra, risalta il Vocal Harmony e tutta la serie di controlli dei timbri: le 12 famiglie dei suoni, il Voice Effect, il Part Select per le voci in Layer sulla parte destra dello split e una voce Lower per la sinistra. Sotto lo schermo, spiccano i 7 tasti assegnabili.
Sulla destra, il tasto Menu spalanca alla navigazione del display e il pulsante Playlist introduce al richiamo immediato delle personalizzazioni. A scendere, una rumorosa rotella del Dial e i controlli correlati sovrastano il pulsante Exit “dell’anti-panico”. Appena sopra la tastiera, sono disposti a schiera i tradizionali pulsanti fisici degli arranger Yamaha: ACMP per attivare gli accompagnamenti, OTS Link per cambiare i timbri in base alla variazione attiva dello stile, Auto Fill-In, 3 Intro, 4 variazioni, 1 Break, 3 Ending con il ritardando alla doppia pressione, nonché la solita triade del Sync/Start/Stop. Seguono sulla destra le Registration, dove le memorie per banco sono le tradizionali otto a differenza di Genos che ne vanta 10. Completano la fila i quattro tasti OTS, i pulsanti del Multi Pad e i cambi di ottava. Lo schermo LCD è di sette pollici contro i nove di Genos: la scelta di Yamaha è la meccanica riduzione dei font dei caratteri e delle icone, non solo per le funzioni di sistema operativo ma anche per Score e Lyrics. Qualcosa mi dice che Yamaha potrebbe dare seguito ad una reimpaginazione grafica su misura. Per la cronaca, sono disponibili guide vocali a favore dei musicisti non vedenti.
Timbri
PSR-SX900 conferma la capacità di Yamaha di saper progettare suoni dalla definizione distinta e pulita, la cui qualità sonora può far dimenticare di essere di fronte ad uno strumento digitale. Sono di eccellente fattura i pianoforti acustici e elettromeccanici: ho trovato un Suite Case Warmth che mi ha affascinato (sento che trascorreremo altre notti insieme). Per gli organi, sono presenti le variazioni principali di Hammond e i controlli digitali Drawbar. Leggermente tirato il numero di suoni di organo liturgico. Sono state trattate con maggiore ampiezza chitarre, flauti, sax e ottoni. Suonare i tappeti d’archi in Layer porta al realismo intatto di una dimensione orchestrale. Fantastici i coretti vocali scat. I suoni di synth sono orientati alla dance EDM e alla tecno piuttosto che al rock elettronico. Il generatore sonoro AWM Stereo Sampling è lo stesso di Genos ma i campioni sono compressi in una wavetable adeguata alle specifiche dello strumento (la differenza di prezzo vorrà pur dire qualcosa). Rispetto il modello precedente (PSR-S975), qui troviamo ben 400 voci in più, 1337 suoni in totale fra cui traggono maggior vantaggio le voci Super Articulation! che quadruplicano (252), le MegaVoices che raddoppiano (54); aumentano di numero sensibilmente anche le voci Live! (131) e Cool! (87). Assenti invece le Revo! Drums che avevano fatto il loro esordio su Genos. PSR-SX900 è il primo modello della serie PSR ad ammettere la sovrapposizione di tre suoni in Layer, un privilegio che Yamaha aveva riservato finora a Genos e Tyros.
Stili
Il numero dei preset è salito a 525 ma quello delle famiglie è ridotto a nove: sono scomparse categorie di grido come Ballad, 8 Beat e Country. Ne consegue, ad esempio, che in Pop&Rock sono presenti 100 stili distribuiti in 10 pagine video da 10 elementi ciascuna. Viene in soccorso la funzione di ricerca: basterà scrivere “Soul” per visualizzare i 13 stili presenti aventi quel termine nel nome. La ricerca ha effetto dappertutto, anche nell’area degli stili User e su memoria USB. In questo senso, l’accesso è più veloce rispetto la navigazione tradizionale tra le famiglie. La scelta di uno stile da un elenco filtrato dalla ricerca è però diversa: non basta infatti selezionare lo stile, bisogna anche toccare OK sullo schermo: se non si fa, si torna a suonare lo stile precedente, con disappunto. Immagino che Yamaha valuterà come migliorare questo dettaglio nelle prossime versioni del firmware. Accanto alla ricerca, PSR-SX900 offre la possibilità di contrassegnare stili e altre risorse come preferiti, rendendoli immediatamente rintracciabili nel tab Favorite.
Stili Audio+ e arranger
Così come era successo per Genos, gli stili Audio+ sono compatibili ma non ve ne sono fra i preset. La classificazione degli stili di fabbrica evidenzia stili Session (i più ricchi di arrangiamenti curati), FreePlay (per le esecuzioni in stile “rubato”) e DJ per chi elabora DJSet. L’architettura della sezione arranger è la stessa di sempre, ma è comodo visualizzare le quattro memorie OTS a colpo d’occhio, nella pagina riassuntiva di ogni stile. Lo Style Section Reset permette di suonare le partiture con precisione, anche con le misure di lunghezza diversa.
Expansion Style
Lo strumento viene consegnato con un’espansione preinstallata, dove compare una selezione di stili estratti da alcuni pacchetti in vendita nei repertori etnici di Europa, Africa, America Latina e Oriente. Onestamente, non mi sembra la migliore selezione possibile: il meglio è negli altri pack di espansione, quelli che possono essere acquistati da Yamaha Music Soft ed installati in sovrapposizione nella memoria a disposizione (1GB). Serve sempre il software Yamaha Expansion Manager che, nella versione attuale, ha blindato i comportamenti alla precisa installazione di pacchetti completi.
Chord Looper e Style Creator
Al fine di stuzzicare l’interesse dei vecchi possessori di PSR, Yamaha ha introdotto il Chord Looper. Le sequenze programmate di accordi possono essere memorizzate e riutilizzate, girando all’infinito fra stili e strumenti diversi, assicurando tempi illimitati di svago ed esibizioni creative dal vivo: comincio con uno stile, lo cambio, modifico i suoni, mentre quel giro di accordi continua a girare. Non è possibile modificare i singoli accordi registrati: in caso di errori, la sequenza va registrata da capo. Tra i supporti segnalo la app gratuita Chord Tracker, anche se la ricezione degli accordi nello specifico è condizionata dal fatto che wireless l’applicazione non comunica tramite protocollo Bluetooth, quindi richiede l’acquisto di un adattatore LAN. La rigenerazione degli SMF più fiacchi dandoli in pasto ad uno stile continua a funzionare, a patto ovviamente che siano presenti gli eventi degli accordi. Il vecchio Style Creator ha tratto grande beneficio dalla nuova esperienza utente: basta guardare la nuova pagina Assembly per capirlo. Inoltre, è possibile eseguire lo step recording per tutte le tracce e non solo più per le percussioni. Infine, la creazione di uno stile nuovo può partire da una traccia audio.
Lavorare di fino
Playlist ha mandato in pensione MusicFinder: in pratica, si possono raggruppare in un elenco le impostazioni salvate nei banchi di Registration. Questa novità consente di organizzare in modo semplice le impostazioni (suoni Right/Left, stili, Song…) da richiamare in un amen. Una Playlist può avere 2500 elementi massimi, ma si possono creare quante liste si vogliano. Data la possibilità di memorizzare file di testo nelle Registration, posso aggiungere note, appunti e testi alle mie scalette. Il concetto di “assegnabile” è potente e permette di costruire una usabilità su misura, grazie ai sette tasti sotto lo schermo, le sei icone di scelte rapide sul fondo del touch-screen e i knob Live Control. Mentre i primi due tipi di controllo sono utili per richiamare specifiche funzioni o per attivare/disattivare determinati parametri, le due manopole sono pratiche per controlli progressivi. Imparare a sfruttare i Live Control è doveroso: la lista di funzionalità assegnabili copre numerose situazioni.
Split flessibile
Mi incanta la possibilità di gestire fino a quattro punti di split: separare Right1 e Right2 da Right3 consente di gestire dal vivo contesti molto interessanti, come quello di aggiungere fraseggi con un suono diverso tra una frase e l’altra del brano. Ho trovato divertente, ad esempio, suonare “California Dreaming” facendo il canto principale con Right1 e Right2 assegnate a chitarre elettriche, e Right3 sull’ultima ottava assegnata al coretto. Di particolare interesse è l’effetto MultiAssign dell’Harmony: è in grado di associare ciascuna nota di una triade d’accordo alle tre voci Right, ottenendo così un impasto sonoro ricco di sfumature e di dettagli realistici, come succedeva nelle voci Ensemble di Tyros 5.
Area Multipad
I 329 Multipad sono indispensabili per arricchire o semplicemente personalizzare, soprattutto con le sequenze eseguibili in loop. Alcuni Multipad seguono le variazioni degli accordi. L’Audio Link consente di aggiungere sequenze audio (in formato Wave) mentre i Multipad DJ Phrase associati ai DJ Style (quelli che contengono sequenze di accordi) possono essere richiamati tramite gli OTS. So già che, quando avrò abusato di uno stile, potrò sempre rinfrescarlo esplorando i Multipad e trovare un modo inatteso di suonare lo stesso accompagnamento. Non manca l’Arpeggio per sviluppare intensi fraseggi automatici con la parte della mano destra, dove sono disponibili pattern per pianoforte, chitarra, archi e synth.
Songs
Il vecchio Song Creator non è scomparso ma è stato ben integrato: basta premere il tasto Recording per entrare nel mondo MIDI oppure audio: c’è migliore intuitività e rapidità nello spostarsi fra sequencer e altre pagine per la scelta dei timbri e degli effetti. Le vecchie funzioni ci sono tutte, compreso lo step recording delle Lyrics e degli accordi. C’è anche il tradizionale Expand per convertire gli accordi associati ad uno stile in un vero e proprio SMF. Ma c’è di più: il registratore audio cattura file in formato Wave (44.1 kHz/6 bit stereo) e anche MP3 (44.1 kHz, 128/256/320 kbps, mono/stereo). Il doppio lettore di basi permette di caricare una base MIDI e una audio (wav/MP3) e di agire con il mixer Panel del touch screen. La composizione di scalette di brani è rapida e intuitiva grazie alla rinnovata modalità Song List.
Effetti & Audio
Eccellente la sezione effetti che trae beneficio dalla tecnologia VCM in uso da Yamaha su tutti gli strumenti professionali. Oltre ai due blocchi principali, riverbero e Chorus, PSR-SX900 gestisce otto blocchi Insert: i primi cinque sono per le parti da tastiera e della song, idem il sesto ma può essere anche assegnato al microfono; gli ultimi due sono per le parti MIDI dello stile. A livello Master, compressore ed EQ permettono di ridefinire il segnale audio inviato alle uscite stereo. L’elaborazione audio agevola la triade di algoritmi per Time Stretch, Pitch Shift e Vocal Cancel come in tutti gli arranger di classe del momento. Vocal Harmony applica effetti alla voce e il Synth Vocoder trasforma il canto in sintetizzatore. Si può sempre collegare una chitarra per utilizzare gli effetti DSP di PSR-SX900. Gli speaker suonano bene, sia sulle frequenze alte sia quelle basse, perfetti per l’ascolto casalingo. Ho collegato il mio smartphone tramite Bluetooth: è una comoda soluzione per suonare sopra brani famosi, bilanciando il volume dell’ingresso Bluetooth sul mixer. Peccato che il Vocal Cancel non abbia effetto sul segnale audio in arrivo dal Bluetooth.
Supporti di contorno
La memoria interna di bordo offre 4GB ed è possibile inserire memorie flash nelle due porte USB To Device. Queste possono ospitare anche l’adattatore Wi-Fi e video: PSR-SX900 permette di scegliere cosa inviare ad un monitor esterno, il testo karaoke o l’intero schermo in mirroring. Il parco di connessioni copre tutto: due ingressi per i pedali, microfono/chitarra con selettore e controllo del guadagno, MIDI In/ Out, ingresso AUX In per mini-Jack stereo, quattro uscite Out Stereo (Main, Sub) e la porta USB To Host. L’alimentatore della corrente è esterno.
La prova volge al termine
Ci sono punti qualificanti rispetto ai modelli PSR-S precedenti: la nuova esperienza utente basata su touch screen, Chord Looper, il registratore MP3, quattro parti da suonare in tempo reale (Right 1/2/3 + Lower), Step Recording e tracce audio nello Style Creator, il reset del tempo durante l’esecuzione di uno Style e una memoria interna più estesa. In generale, il mix sonoro è quello conosciuto: i prodotti Yamaha sono di grande impatto. PSR-SX900 darà grandi soddisfazioni a numerosi musicisti. I miglioramenti ci sono e la qualità evolutiva si sente, ma la prova di forza espressa da Yamaha in questi anni (i modelli PSR precedenti suonavano dannatamente bene!) rende arduo definire in PSR-SX900 un forte balzo in avanti.
La maggioranza assoluta degli stili è efficace e moderna. Tuttavia, in piena tradizione PSR, appaiono qua e là alcune memorie OTS e kit percussivi che possono risultare troppo dolci alle orecchie esigenti di musicisti che cercano suoni “duri & puri”. La scelta di taglio internazionale richiede a Yamaha di accontentare un variegato stuolo di musicisti: ci può stare che alcuni preset suonino convenzionali. Ma è possibile intervenire giacché PSR-SX900 offre diversi mezzi per personalizzare lo strumento e renderlo più muscoloso e originale.
Questo arranger, più di ogni altro, mi invoglia a prendere in mano il librone di spartiti, la raccolta di evergreen e di classici del Pop/Rock, e di mettermi a suonare reinventando tutto il repertorio mainstream per attualizzarlo ai nostri tempi. È tutto a portata di mano: mettere in mute una o più tracce dello stile, sostituire uno strumento al volo, attivare i Multipad. Faccio del mio meglio e con PSR-SX900 mi sento al sicuro: lo strumento mi segue e non delude. Ad esempio, prendo lo stile “60sBlueEyedSoul”, azzero tutte le tracce dello stile eccetto Rhythm1 e Bass, poi imposto il timbro “SuitCaseWarmth” sul Right1, avvio lo stile e gioco con il Multipad “PopVocal”: ne viene fuori un set creativo e passo le ore suonando “Moondance” di Van Morrison, senza smettere come se PSR-SX900 mi stimolasse a improvvisare ancora e ancora.
Non me ne sono acconto, le ore sono volate, è già mattino. Urca. Ora vi saluto, posso anche dimenticare di spegnere questa PSR-SX900, lo farà da sola tra 30 minuti.
PRO
Usabilità pari a Genos
Tasti FSB
Chord Looper, Registratore MP3 e quattro parti Keyboard
Style Creator e registratore MIDI/audio rinnovati
Otto effetti Insert
Memoria interna estesa a 4GB
CONTRO
No Aftertouch
Implementazione Bluetooth limitata allo streaming audio
INFO
YAMAHA MUSIC EUROPE Gmbh - BRANCH ITALY
Via A. Tinelli, 67/69
20855 Gerno di Lesmo (MB)
Prezzo: € 2376,00 + IVA