Lo Yamaha Stagepas 1K è un leggero sistema “All in one” dotato di un set di accessori non solo per trasportarlo comodamente, ma anche per adattarne la resa in diversi contesti, anche in remoto: cosa volere di più? Una serie di tecnologie studiate per l'audio professionale dalla casa dei tre diapason alla portata di tutti!
Il mercato degli impianti PA a colonna è in costante fermento, con sistemi per qualsiasi budget. Mancava all’appello una soluzione firmata Yamaha, e il brand giapponese lo scorso giugno ha risposto presentando lo Stagepas 1K, dotato di tutto l’occorrente per una piccola performance. Se non conoscete la serie Stagepas di Yamaha, ecco qualche informazione a riguardo.
La gamma Stagepas
Un catalogo allestito a partire dal 2006, che comprende soluzioni per piccoli e medie sonorizzazioni, e inaugurato con i modelli Stagepas 300 e 500. Due impianti forniti con tagli differenti come amplificazione (300 watt o 500 watt), ma identici nell’architettura: un mixer amplificato e una coppia di diffusori passivi dotati di vani nel retro per inserire sia il mixer, sia cavi e accessori necessari per la propria performance. In seguito sono comparsi i più potenti modelli Stagepas 400i e 600i, disponibili successivamente nelle varianti denominate BT, in cui è stato introdotto il supporto Bluetooth. Vediamo adesso le caratteristiche del nuovo modello 1K.
Yamaha Stagepas 1K: caratteristiche generali
Il cabinet e le colonne di questo sistema sono in ABS, con un rivestimento in poliurea a rinforzo nell’involucro dei diffusori. Yamaha ha scelto di compattare il cabinet per semplificarne il trasporto, introducendo la tecnolgia Twisted Flare Port a supporto del woofer da 12 pollici, per ridurre il rumore dell’aria nel condotto reflex e ottimizzarne la resa. La colonna è divisa in tre sezioni: le prime due sono di circa 55 centimetri di lunghezza e fungono da distanziatori per la terza unità contenente ben 10 driver da 1,5 pollici. Yamaha per la colonna array ha scelto una configurazione con curva a “J”, per ottenere una copertura verticale di 30° e orizzontale di 170°. L’amplificazione in classe D eroga rispettivamente 810 watt al subwoofer e 190 watt ai driver. La pressione sonora è di 119dB a un metro, mentre la risposta in frequenza è di 37 Hz - 20 kHz. Il peso complessivo dello Stagepas 1K è contenuto: 23 chilogrammi circa.
Il mixer
I controlli sono posizionati nella parte superiore del cabinet, mentre nel pannello posteriore troviamo le connessioni: un ingresso Mic/Line, più due ingressi con selettori Mic/Line e Hi-Z, tutti su prese XLR Combo, infine un ingresso stereo su prese Jack da 6,3mm, peraltro duplicato sul pannello del mixer in formato minijack da 3,5mm. Il parco connessioni comprende inoltre I/O Link su presa XLR, per collegare più Stagepas 1K in cascata, un’uscita Monitor su presa XLR e una presa Pedal per attivare/disattivare il riverbero. I controlli dei canali sono essenziali: sui canali Mic/Line troviamo regolazioni per il riverbero onboard, il controllo 1 Knob-EQ, infine il potenziometro Level, quest’ultimo affiancato da un led Clip e dai selettori per adattarne la sensibilità in ingresso (range da -10dBu a -56dBu). Sul canale stereo di linea potete veicolare anche il segnale audio proveniente da un dispositivo Bluetooth, premendo lo switch dedicato. La sezione Master comprende la regolazione del volume generale, il led che segnala l'intervento del Limiter, infine il controllo del compressore sul mix per adattarlo a tre tipologie di impiego (Speech, Music o Club).
Il DSP degli effetti deriva dallo storico processore SPX di Yamaha e fornisce quattro algoritmi di riverbero/Echo con otto variazioni ciascuno. Nella parte alta del pannello del mixer troviamo lo switch per attivare/disattivare il riverbero, la regolazione del volume della mandata Monitor, infine i pulsanti per selezionare rispettivamente le modalità Mono/Stereo nell’impiego in link di uno o più Stagepas 1K, e l’attivazione del Bluetooth MIDI per la gestione in remoto del mixer con la app Stagepas Editor. Per concludere, sul pannello accanto al led indicante l’accensione trovate una seconda spia che segnala l’intervento della protezione nell’elettronica: merce rara in questa categoria…
Stagepas Editor
Disponibile gratuitamente per dispositivi iOS o Android, l’applicazione studiata da Yamaha fornisce quattro menu per gestire una serie di regolazioni e alcuni plus che espandono il range di impiego dello Stagepas 1K. Nel primo menu sui canali 1-3 – oltre alla mandata per il riverbero e il controllo di tono – trovate anche la regolazione del Pan, utile nel caso in cui impiegate una coppia di Stagepas 1K linkati in stereo. La sezione Master comprende i controlli per il compressore e quelli del riverbero. Il secondo menu è strategico in un live, perché in ogni canale e sui bus Monitor e Master trovate un fader per la regolazione del volume affiancato da una serie di Vu-Meter per monitorarne il livello del segnale.
Gli ultimi due menu celano una piacevole sorpresa: un pratico player audio per riprodurre brani musicali direttamente con il dispositivo che utilizzate per il controllo remoto. Nel terzo menu trovate una versione razionalizzata del mixer e il player nella parte bassa dello schermo, mentre l’ultima schermata propone il riproduttore audio a schermo intero. Tra le opzioni disponibili nel menu preferenze, segnalo il controllo dei knob che potete impostare nella modalità rotativa (di default) o lineare. Rimarchevole infine la possibilità di salvare le proprie impostazioni generali del mixer in otto Scene richiamabili.
Accessori
In perfetto stile “all in one” che da sempre contraddistingue la serie Stagepas, Yamaha fornisce a corredo di questo impianto una pratica cover per proteggere il cabinet, dotata di una serie di comode tasche per inserire non solo i vari elementi della colonna, ma anche cavi, microfoni e altri accessori del musicista. Opzionale il carrello dolly DL-SP1K, che si aggancia alla cover rendendo ancora più pratico il trasporto: ottima idea. Tra gli altri accessori a corredo, segnalo i manuali e il cavo di alimentazione.
Il test
Alcuni elementi insiti in questo sistema fanno presumere che lo Stagepas 1K possa essere espanso in futuro con nuovi accessori: un esempio sono i due fori filettati M6 sul retro dell’array, che potrebbero consentire anche un’installazione in sospensione. L’elegante design rimanda ad altre realizzazioni professionali di Yamaha, come i diffusori amplificati delle serie DBR/DXR, che potete integrare come diffusori monitor. La cura in un progetto si vede anche nei piccoli particolari: oltre al Led Protect sul pannello, segnalo l’interruttore di accensione ben protetto da possibili urti accidentali nell’uso. Grazie alla disponibilità di Yamaha Music Europe Branch Italy ho ricevuto ben due esemplari dello Stagepas 1K, per saggiarne le prestazioni nelle varie configurazioni disponibili. In fase di installazione, la modularità dell’array consente di ottimizzarne l’ampia direttività orizzontale dei driver secondo il contesto. L’unico minus rilevato riguarda i due distanziatori dell’array sprovvisti di rivestimento protettivo, che paiono fragili al tatto durante le operazioni di montaggio/smontaggio.
Questo sistema è davvero “plug and play”: collegati gli strumenti, sul mixer fisico ne regolate la sensibilità in ingresso di ciascuno sui rispettivi canali, e poi sulla app con un dito potete gestire in remoto tutti gli altri controlli. In ogni caso, qualsiasi intervento apportato ai controlli fisici del mixer modificherà anche quelli virtuali replicati sulla app. Questa soluzione vi consente di ottimizzare canali ed effetti non solo sul palco, con smartphone o tablet fissato su un’asta, ma anche durante il soundcheck, per saggiare la resa dell’impianto girando per la sala: ottimo. Il player audio fornito nella app è una bella idea, perché oltre all’uso con song dedicate all’intrattenimento o a un piccolo karaoke, può fungere anche per diffondere un sottofondo musicale in una pausa. Passiamo ora alle prove “sul campo”…
Prima prova: il duo unplugged
Ho impiegato un singolo Stagepas 1K con un duo chitarra/voce che alterna la musica a momenti di parlato in piccoli club: in determinati contesti è apprezzabile la possibilità di attivare/disattivare il riverbero secondo il momento, anche tramite un pedale. Come strumenti ho impiegato due chitarre acustiche dal preciso carattere sonoro: una cangiante Yamaha FG e una più “legnosa” Breedlove. Per la voce ho scelto un classico come lo Shure SM58 per il cantato e un Sennheiser e825S per il parlato. Il buon range del gain nei preamplificatori microfonici consente di adattare anche capsule meno sensibili come l’economico Sennheiser, mentre il taglio previsto sul 1 Knob-EQ funge da filtro “Low Cut” per eliminare pericolosi “rumble”. Se siete amanti del buon suono di una sei corde lo Yamaha Stagepas 1K è appagante, perché ha restituito fedelmente il carattere espresso dalle due chitarre usate nel test, peraltro mantenendo “flat” il controllo di tono sui canali. I tecnici Yamaha hanno svolto un buon lavoro con il cabinet del subwoofer: i bassi sono rotondi e bilanciati, senza sgradite colorazioni di contorno. L’array restituisce i medi e soprattutto gli alti con un bell’equilibrio e senza particolari asprezze anche a volumi sostenuti. Per chi scrive, il punto di forza di questo impianto oltre all'ottima direttività orizzontale è la definizione: durante una pausa, nell’ascolto di alcune hit che conosco bene come mix mi ha stupito il poter percepire anche il respiro del cantante! Il riverbero onboard aggiunge una buona dose di profondità al mix, ma il plus per chi scrive è il Master Compressor, perché ruotando il potenziometro su valori intermedi tra il preset Music e il Club, esso può fungere da Maximizer per dare un pizzico di “boost” in più al volume del mix, senza alterarne la naturalezza della resa. Benché piazzati ai lati dei musicisti per l’ascolto personale - e nonostante un oratore che ha girovagato sul palco – nei due 1K non si sono mai generati pericolosi feedback: ottimo.
Seconda prova: la piccola band
Con i due Stagepas 1K disponibili ho diffuso in un ampio salone la musica di un ensemble con tre chitarre, un basso e due voci. Tra le due soluzioni mono/stereo selezionabili nel modo Link, dato il numero di strumenti da collegare ho scelto di sommare i mixer dei due sistemi in mono, gestendo tutti i canali in remoto dalla app seduto comodamente tra il pubblico. Il compromesso in certe situazioni è il dover cambiare istanza del mixer virtuale per controllare tutti i canali, ma organizzando con criterio i collegamenti potete limitare al minimo i cambi di device sul dispositivo portatile. Oltre alle impressioni già descritte nella prima prova, nello specifico è emerso che lo Yamaha Stagepas 1K si difende bene anche con il basso, nello specifico uno Zeta Crossover De Luxe, restituendo nel dettaglio l’ottimo carattere di questo raffinato strumento. Se non impiegata per l’ascolto personale, la mandata Monitor può fungere come rinforzo per diffondere la propria musica a volumi differenti in altri ambienti. Prima di restituirlo a Yamaha, ho provato i due Stagepas 1K nel modo stereo, collegando la console di un amico DJ con ottimi risultati: nello specifico, sconsiglio di incrementare il livello del compressore al massimo sul preset dedicato (Club), perché tende a “schiacciare” troppo il mix. Last but not least, rimarchevole l’estrema silenziosità e l’assenza di sgraditi “bump” all’accensione/spegimento nei due sistemi, sintomo che Yamaha non ha lesinato nemmeno nell’elettronica.
Conclusioni
Nello Yamaha Stagepas 1K troviamo cristallizzato buona parte del know how studiato dal brand giapponese negli ultimi anni in questo settore, a partire dall’ottimo mixer ibrido, fino alle tecnologie adottate sull’array o nel cabinet del subwoofer. Un impianto “plug and play” con un suono di rango e adattabile in diversi contesti, anche non prettamente musicali. Se siete un intrattenitore o un duo chitarra e voce in continuo spostamento, e piuttosto esigenti in termini di qualità del suono, consiglio caldamente una prova dell’impianto giapponese, perché non vi deluderà. Con due Stagepas 1K otterrete un sistema compatto per coprire spazi più ampi anche all’aperto. In conclusione, devo ammetterlo, questo Stagepas 1K mi è davvero piaciuto: brava Yamaha!
PRO
Praticità di uso
Qualità sonora
Stagepas Editor intuitivo
CONTRO
Distanziatori dell’array non rivestiti
INFO
Prezzo: Stagepas 1K € 1219,00 IVA inclusa
Carrello DL-SP1K € 121,00 IVA inclusa