Sign in / Join
0

David Gilmour

David Gilmour (Dave, per gli amici), classe 1946, è forse uno dei chitarristi più influenti nel panorama rock (non estremo quindi con esclusione di Hard & Heavy) oltre che autore e produttore di grandissimo livello. Con i suoi (o di Roger Water?) Pink Floyd ha scritto una delle pagine più interessanti del panorma musicale che ereditiamo dagli anni ’70. Provocazione a parte sul “dominio” della band (l’antagonismo fra Dave e Roger porterà la band a varie vicissitudini, allontanamenti e reniunon fra i due) rimane come un dato inconfutabile che la miscela fra i due artisti fu esplosiva in termini creativi.

 

Questa creatività si manifesta non solo nella bellezza estetica della composizione ma anche (e questa è la novità rispetto alle band dell’epoca) nella ricerca timbrica e sonora. Se la maggior parte delle nuove generazioni oggi ricordano i Pink Floyd per le belle canzoni, per i temi di "The Wall" e "Wish you were here", il pubblico del rock progressivo e psichedelico (etichette settantiane dal sapore post comunista) fu affascinato proprio da quelle sonorità innovative e 'sperimentali' e dall’uso di sintetizzatori ad effettistica in genere.
Con il senno di poi e riascoltando oggi le produzioni di allora, avevano anche un altissimo livello qualitativo in termini di produzione, e la ricerca sonora non era solo nei timbri ma anche nei sistemi di registrazione e produzione.

 

L’album "The Dark Side of the Moon" a tutt’oggi è uno degli album meglio registrati nella storia del rock e sicuramente del decennio ‘70/’80, ma siamo solamente nel 1973! Ma storia a parte concentriamoci sul sound. La definizione e qualità del suono in generale della band è anche frutto di un lavoro puntuale e ricercato di Dave. Il suono non è mai eccessivamente distorto, spesso addirittura clean e laddove si spinge in sonorità più aggressive, lo fa con timbri crunch o poco più, senza mai arrivare ad un hi-gain vero e proprio. Ed è normale, storicamente, nell’era “pre-Van Halen”.

 

 

Le chitarre utilizzate da Dave (principalmente una Fender Stratocaster con apparizioni occasionali di Gibson) ci restituiscono un suono sempre cristallino e ottimamente definito, che evidenziano una delle peculiarità del playing di Dave, ovvero il suo inconfondibile bending. A dirla tutta le Fender Stratocaster utilizzate da Gilmour spesso non hanno pickup originali, in alcuni casi e su alcuni modelli utilizza dei bellissimi Seymour Duncan. Se nel playing di David possiamo sicuramente annoverare come distintivo il bending e il vibrato, nel suono non possiamo non trascurare il sustain. Le note di chitarra dei Pink Floyd appaiono a volte “infinite”. Questo avviene sostanzialmente grazie all’uso di due accorgimenti utilizzati sapientemente in sinergia: una buona compressione (diamo per scontato un pickup e un action dello strumento che ne consentano la naturale risonanza) e un uso avanzato di riverberi e talvolta di delay. Se oggi possono apparire come aspetti semplici e quasi scontati, di certo non lo erano nel 1973…

 

Due guitar solos particolarmente rappresentativi di questa modalità di impostazione del suono sono sicuramente quelli di "Time" e di "Money" tratti proprio dal mitico "The Dark Sides of the Moon". Il timbro 'fenderoso' è inconfondibile, sembra di sentire proprio il suono della corda grazie anche ad una distorsione non eccessiva. Il sustain, già di per sé importante, è ulteriormente ampliato da riverbero e delay come accennavamo.

 

Il settaggio di Guitar Rig 5 con la simulazione di testata Mesa e la cassa in stile american 2x12" .

Creare il timbro con il plug in Guitar Rig 5 di Native Instruments è abbastanza semplice: testata emulazione di un modello valvolare (in questa caso emulazione di una Mesa secondo N.I. che risponde fedelmente al timbro che dobbiamo creare in termini di armonici, mentre Dave nel tempo ha utilizzato Hiwatt, Mesa, Marshall e Fender); cabinet 2 x 12 con control room  abbastanza ampia e il sostegno di uno studio reverb per ampliare gli ambienti.
I valori di gain non devono essere altissimi, purchè lo strumento abbia già di suo un buon sustain come nel nostro caso. E’ fondamentale che la chitarra abbia un timbro cristallino, quindi con pickup single coil, ed un livello di gain non eccessivo per mantenere sempre la componente 'corda', aspetto fondamentale nel timbro “gilmouriano”.
Più complesso invece il settaggio del delay, in questo caso ne abbiamo utilizzati ben due.

 

Il settaggio di delay vintage in stile nastro e del riverbero da studio, tipo plate, per ottenere le sonorità alla Gilmour.

Il primo è un Tape Echo ed ha una funzione più timbrica che di ambiente, il plugin emula abbastanza fedelmente il comportamento di quello che un tempo era il famoso Echo a Nastro, ovvero prima dell’avvento del digital delay. La particolarità e il valore aggiunto, è che le ripetizioni hanno un loro timbro, dovuto un tempo alla qualità stessa della registrazione su nastro e del suo fisiologico invecchiamento, il quale tendeva a “scurirsi”. Da qui la particolarità di un timbro sorgente squillante con delle code di delay più scuro, o comunque con una fonte sonora a sé e con la possibilità di equalizzarla (come in questo caso).
Sulla traccia infine utilizziamo semplicemente uno stereo echo, in questo caso quello fornito dalla DAW e integrato in Cubase (nella sezione Effects di Steinberg) che assolve perfettamente alla funzione: valori intorno ai 500 ms e un buon feedback per dare coda al timbro e apertura stereofonica e il gioco è fatto!

 

 

 

Leave a reply