Sign in / Join
0

Dopo aver affrontato tutti gli aspetti preliminari di un live e di un tour, finalmente si sale sul palco. Tutto il lavoro fatto per prepararsi a questo momento va tenuto bene a mente e sfruttato affinché “la macchina” proceda senza intoppi, diritta alla meta. Vediamo come approcciarsi al live e fare in modo che la nostra prestazione sia la migliore possibile.

SOUND CHECK

Il sound-check è la parte più importante dello spettacolo, è quel momento in cui ci affidiamo completamente nelle mani del fonico che dovrà fare il massimo per tirare fuori al meglio il suono di ogni musicista.
In base al tipo di tour ci sono approcci diversi al sound-check che, tecnicamente, viene articolato in modo diverso in base alle esigenze. In un tour strutturato dove ci sono prove e allestimento, il sound-check viene fatto con più accuratezza, inquadrando al massimo il suono di ogni singolo musicista. Già dalle prove si inizia a discutere con il fonico e la produzione sui settaggi e su quello che si vuole ottenere dal punto di vista sonoro. Si scelgono le chitarre più adatte ad ogni pezzo, si sceglie il tipo di amplificatore e quale pedale utilizzare per determinate parti e, soprattutto, si segnano tutti i settaggi in modo che, se una manopola si sposta accidentalmente, abbiamo la possibilità di rimettere tutto apposto. Una sorta di “memoria del suono”!

 

lorenzo carancini il palco strumenti musicali

 

Quando si passa al palco, nella fase di allestimento, si fanno i suoni che serviranno per lo spettacolo e il fonico, grazie all’utilizzo di un mixer digitale, salva le scene che poi richiamerà ad ogni concerto. Da lì in avanti il sound-check diventa più un line-check: vengono provati i microfoni per testare se tutto funziona ed eventualmente si fanno dei piccoli aggiustamenti per assecondare il suono della sala. Chiaramente questa situazione “idilliaca” si verifica sempre nel caso in cui ci troviamo a lavorare ogni volta con la stessa squadra di tecnici e con gli stessi fonici, cosa indispensabile per tour di un certo tipo.

 

Quando invece, per esigenze di produzione, fonico e tecnici sono sul posto è importante la collaborazione. Con gli anni ho imparato che ci sono delle regole non scritte per fare in modo che si crei da subito un buon rapporto con il fonico. La prima è avere un bel suono: lavoriamo a casa affinché il nostro suono rasenti la perfezione, investiamo tempo per capire come suona la nostra strumentazione e come farla suonare al meglio, questo ci darà un grosso vantaggio e soprattutto darà la possibilità al fonico di lavorare con un suono che non avrà bisogno di molti aggiustamenti.
In questi casi il consiglio che do è sempre quello di togliere il riverbero e utilizzare il delay il meno possibile. Un suono molto effettato è poco presente e il fonico avrà grosse difficoltà nel farlo uscire dal mix; noi abbiamo bisogno di farci sentire e il nostro suono dovrà essere il più possibile presente e diritto: pochi fronzoli insomma!

 

Un’altra cosa importantissima, ma che spesso viene dimenticata soprattutto da noi chitarristi, è suonare solo quando ci viene richiesto, per tutto il resto del sound-check chiudiamo il volume della chitarra e restiamo in attesa del nostro turno. In questo tour con Vinny Appice mi trovo a lavorare con fonici diversi ogni show, questo a prescindere dalla professionalità dei fonici, che è sempre altissima, ci sono chiaramente modi di lavorare che sono diversi da persona a persona. È fondamentale adattarsi al “modus operandi” di ognuno di loro e porsi sempre in maniera collaborativa. L’unica cosa sulla quale cerco di dibattere è il posizionamento del microfono sull’altoparlante e, qualora le mie idee dovessero essere diverse da quelle del fonico, cerco sempre di trovare un compromesso. Una cosa importantissima è suonare al sound-check con la stessa intensità del live: di solito si tende a suonare con più convinzione nel live per via del trasporto che dà la prestazione. Dobbiamo fare in modo che i volumi e le dinamiche siano gli stessi e soprattutto non alzate mai il volume del vostro amplificatore durante l’esibizione!

DAL CAMERINO AL CONCERTO

Il momento del camerino è quello in cui si raccolgono le idee e si fa mente locale sullo spettacolo. Ci si confronta con la band e si discute su quei passaggi che potrebbero essere più antipatici, ma soprattutto per noi chitarristi è il momento del riscaldamento. È una pratica questa che non faccio sempre, ma solo quando la scaletta impone di iniziare subito a tutta e le parti di chitarra sono da subito impegnative.

 

In questo Live Evil Tour il primo pezzo è "Neon Knights", con un solo molto tecnico e impegnativo. Entrare a freddo potrebbe compromettere la resa di tutta l’esibizione, così mi prendo venti minuti per riscaldarmi con esercizi articolati e combinazioni di movimenti per le dita della mano sinistra. Stessa cosa faccio con la mano destra provando delle ritmiche per mettere in moto sia l’avambraccio che il polso destro. Prima di salire sul palco è fondamentale controllare che tutto sia al posto giusto: scalette, plettri di scorta, acqua, asciugamano, insomma tutte quelle cose che possono essere indispensabili e che potrebbero servirci sopra il palco e soprattutto non dimentichiamoci di accordare la chitarra.

 

lorenzo carancini il palco strumenti musicali

 

È il momento di salire sul palco, la data zero di questo Live Evil Tour è in Belgio, in un club dove il pubblico è solitamente molto caldo, quindi le aspettative sono molto alte, in più c’è il fatto che il titolare è figlio di italiani emigrati in Belgio anni fa e io mi sento ancora più in obbligo di fare una bella prestazione.
Lo spettacolo inizia con un intro arpeggiato sugli accordi di "Heaven And Hell", sul quale Vinny entra e presenta lo show, fino al fill di batteria dove entriamo tutti e si parte a cannone! Solitamente utilizzo le prime due o tre canzoni per capire se ci sono da fare degli aggiustamenti, mi guardo intorno e cerco di comunicare con gli altri della band per instaurare da subito la giusta intesa. Nel caso qualcosa non vada cerco di comunicarlo subito al fonico per risolvere il problema nel più breve tempo possibile.

 

Faccio particolare attenzione a quando accordare la chitarra, mi segno sulla scaletta i momenti in cui Vinny parla e presenta i brani e così do una rapida controllata all’accordatura. Lo spettacolo va avanti liscio e i brani si susseguono senza grossi problemi. Una volta presa confidenza con la situazione è importante iniziare ad interagire con il pubblico e rispondere ai continui richiami che arrivano da sotto il palco. La fortuna di suonare in un club è quella di avere molta vicinanza con il pubblico che arriva quasi a toccarti. Senza accorgermene arriva il solo di batteria dove ho del tempo per rifiatare e sistemare eventuali sbavature. Riprendiamo con "Rainbow In The Dark" per arrivare tutto d’un fiato al finale. Per essere la data zero devo dire che le cose da aggiustare non sono molte e di sicuro con due o tre date sarà tutto sistemato.

POST CONCERTO

Una volta finito il concerto torniamo in camerino per sistemarci e fare il punto della situazione. Anche questa è una parte importante dello show perché a caldo si hanno dei ricordi freschi della prestazione e, confrontandosi subito con gli altri elementi della band, si può intervenire in maniera più mirata per fare aggiustamenti e migliorie. Soprattutto ci si rende conto subito se la scaletta è giusta o se è il caso di cambiare la posizione di alcuni brani. Finito questa sorta di briefing è il momento di concedersi a foto, autografi o semplicemente scambiare due parole con il pubblico.

 

Lorenzo Carancini

Chitarrista e Insegnante presso Lizard Accademie Musicali (Chiaravalle)

 

Leggi anche gli altri articoli su:

VITA IN TOUR #1 COME DIVENTARE E PREPARARSI DA TURNISTA

VITA IN TOUR #2 COME PREPARARE IL LIVE

VITA IN TOUR #3 DALLO STUDIO DEI BRANI ALLE PROVE

VITA IN TOUR #4 L'ASCOLTO SUL PALCO

Leave a reply