Quando si affrontano tour molto lunghi bisogna fare molta attenzione alla strumentazione e alla manutenzione. Questo per evitare inconvenienti che potrebbero limitarne l’utilizzo e penalizzarne le prestazioni. Ci sono delle piccole accortezze da tenere presente e piccoli stratagemmi da applicare per prevenire situazioni scomode.
IL LIUTAIO DI FIDUCIA
Per ogni chitarrista c’è un liutaio di fiducia al quale affidare i propri strumenti. È importante eseguire controlli periodici e una manutenzione “ordinaria” per tenere lo strumento sempre al meglio. Di solito i cambi di stagione sono i momenti più critici per la chitarra: il cambiamento delle condizioni climatiche tendono a “far muovere” il legno; queste variazioni si manifestano principalmente nel manico che tende a curvarsi. Questo porta a delle alterazioni dell’action e potrebbe capitare di avvertire dei rumori dati dalla corda che inizia a toccare sui tasti. Controlli periodici ci permettono di prevenire problemi anche più gravi come l’effetto “twist” del manico, cioè quando il manico tende ad avvitarsi su sé stesso, un problema in molti casi irreparabile.
Stesso discorso vale per l’elettronica: il potenziometro del volume è il componente che si usura più facilmente perché il più utilizzato, di conseguenza la sua componente meccanica tende a consumarsi e dà il via a quei fruscii che, oltre ad essere fastidiosi, limitano il passaggio del segnale e vanno di conseguenza ad intervenire in maniera negativa sulla qualità del suono.
Il ponte è un’altra parte della chitarra che tende a consumarsi con l’utilizzo: le parti che si usurano maggiormente sono le sellette, che essendo a contatto con le corde si logorano facilmente creando dei minuscoli “scalini” che con il tempo tagliano la corda, oltre ai piloni o le viti che lo ancorano al corpo. Questi ultimi componenti tendono a consumarsi per sfregamento e con il tempo danno problemi di intonazione.
Tutto questo fa parte di quello che per me è una sorta di pacchetto sul quale pongo sempre la massima attenzione. Prima di ogni tour faccio un bel “pit stop” dal mio liutaio di fiducia, Romano Burini, al quale faccio eseguire un check-up chiedendogli di controllare maggiormente manico, ponte ed elettronica. Con il tempo ho imparato a fare delle cose da solo e cerco di tenere sotto controllo la chitarra e rimettere a posto eventuali piccoli problemi: questo mi permette di avere uno strumento quasi sempre apposto e di mantenere pressoché inalterato il setup tra un controllo e l’altro.
Quando non si ha un backliner a seguito, che controlla che le nostre chitarre siano sempre in tiro per la serata, dobbiamo rimboccarci le maniche e farlo da soli. Riuscire a risolvere piccoli problemi nel mezzo di un tour è un grosso vantaggio che ci permette di tamponare eventuali problemi che potrebbero verificarsi.
CAMBIO CORDE
Una delle operazioni più delicate è proprio quella del cambio corde. Dopo anni diventa una routine, ma resta sempre una di quelle cosa da fare con cura e attenzione. Sì, perché le corde sono uno dei componenti principali, sono quelle che donano il suono al nostro strumento e un buon cambio corde è alla base di una corretta intonazione. Al momento della sostituzione solitamente ne cambio una alla volta, è un’abitudine che mi porto dietro da quando avevo chitarre con Floyd Rose, è un modo per non stressare troppo il ponte e il manico. Procedo poi accordando grossolanamente, stiro le corde una ad una e le riaccordo. Questo procedimento mi consente di non far scordare troppo le corde già dal primo utilizzo, in questo modo iniziano a stabilizzarsi prima e più velocemente.
Quando sono in tour cambio corde ogni 2/3 concerti, non perché non suonino più bene, ma per evitare rotture, che solitamente avvengono sempre in prossimità del contatto con la selletta, punto di maggior pressione della corda. Poi in serata non sono uno di quelli che suona delicatamente, ho un tocco molto pesante, così per evitare sorprese cerco di cambiare corde molto spesso. C’è da dire anche che nei club le “condizioni atmosferiche” sono molto particolari e si forma sempre una patina di umidità sopra le corde che ne accelera il deterioramento. In condizioni normali, quando non sono in tour, una muta di corde la tengo per circa 15/20 giorni e in generale mai più di 5 concerti.
Teniamo presente che corde molto rovinate tendono a consumare ancora di più i tasti, creando poi problemi di intonazione che si risolvono solo con un ritastaggio. Ad ogni cambio corde cerco sempre di pulire manico e sellette: purtroppo la pelle lascia sempre una patina di grasso e sudore che tendono a corrodere le parti metalliche. Io ho la fortuna di non avere problemi di sudorazione alle mani, ma comunque una pulita è sempre importante.
Altra cosa che faccio spesso è oleare le parti in cui la corda entra in contatto con parti metalliche come il ponte e il capotasto. Basta una piccola goccia di lubrificante per permettere alla corda di scorrere meglio e scongiurare rotture premature. Ogni volta che cambio corde controllo sempre l’intonazione delle ottave, benché utilizzi sempre la stessa scalatura c’è sempre un errore di approssimazione che rende le corde, anche quelle dello stesso spessore, leggermente diverse l’una dall’altra e proprio questo crea delle differenze di intonazione che rendono indispensabile una controllata.
CONSIGLI PRATICI
Per una buona manutenzione servono strumenti, o meglio attrezzi, adatti allo scopo. Io mi porto sempre dietro un astuccio con il minimo indispensabile: avvolgicorde, tronchesi per tagliare le corde, pinze, cacciavite, chiavi a brugola per le viti del ponte e del trussroad, olio e carta vetrata sottile. Quest’ultima la utilizzo per limare eventuali scalini che potrebbero crearsi sulle sellette e che potrebbero essere responsabili di rotture impreviste. Al giorno d’oggi si trovano dei kit per la manutenzione dove dentro c’è tutto quello che serve, sono molto utili e funzionali.
Investiamo su un buon accordatore, tradizionale o a clip, questo è importante per essere sicuri di avere una buona intonazione. Consiglio a tutti di non andare al risparmio perché poi potremmo trovarci delle sorprese una volta saliti sul palco.
Altra cosa che non manca mai nel mio “corredo” è un panno di cotone con il quale pulisco la chitarra e tutte le parti che si sporcano facilmente, oltre ad usarlo per pulire velocemente le corde una volta finito il concerto. Consiglio di tenere sul palco una muta di corde sempre a portata di mano nel caso si dovesse rompere una corda così da poterla sostituire velocemente.
Lorenzo Carancini
Chitarrista e Insegnante presso Lizard Accademie Musicali (Chiaravalle)
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