Ecco il resoconto dell'evento di Yamaha per presentare Montage M, tenutosi all'Hard Rock Cafè, in centro a Milano
Montage M è sulla bocca di tutti in questi giorni, in seguito all'arrivo sul mercato dei primi esemplari, accaparrati rapidamente dai primi fortunati acquirenti. Yamaha ha organizzato un evento speciale, nel centro di Milano, presso l'Hard Rock Cafè, al quale hanno partecipato artisti e giornalisti. Ho accettato l'invito con piacere perché occasioni come questa permettono di ascoltare direttamente gli strumenti, anziché da remoto, attraverso dispositivi e social network. Inoltre l'evento è stato l'occasione per provare in prima persona Montage M e parlare direttamente con gli artisti di questo evento: Nicolò Fragile, Manuele Montesanti e Massimo Morandi.
Introduzione
Montage M prende il testimone del precedente Montage, presentato ben sette anni fa (QUI potete leggere il mio test scritto in quell'occasione). Qualche anno fa Yamaha rilasciò la versione 3.0 e 3.5 che introdussero alcuni significanti upgrade come il filtro VA e il Morphing.
Tuttavia i possessori di Montage (e alcuni detrattori a dover di cronaca…) attendevano un successore in grado di offrire molto di più di quegli upgrade. L’attesa è stata lunga, ma finalmente abbiamo potuto ascoltare e toccare con mano il nuovo Montage M. In questo articolo descriverò alcune caratteristiche rispetto alla serie precedente e le mie personali impressioni durante lo show e qualche minuto passato a provare lo strumento.
Lo show
La location scelta per l’evento è stata secondo me azzeccata. Tra i cimeli musicali che arredano tutti gli Hard Rock Cafè nel mondo, si sono esibiti prima Manuele, poi Nicolò e, per alcuni brani, anche Massimo, durante la serata nel duplice ruolo di presentatore e artista.
Lo show è stato supportato da un sistema PA ovviamente Yamaha e un mega schermo alle spalle del palco sul quale si alternavano immagini registrate e riprese dell’esibizione. Tutti e tre hanno messo in risalto l’eccezionale sonorità di Montage M, sia come dinamica che come realismo delle emulazioni. Alcune esibizioni sono state solistiche, altre in duo o in trio, con grande apprezzamento del pubblico presente. Manuele si è inoltre soffermato sui singoli motori di sintesi, descrivendo le loro potenzialità. Particolarmente curioso il modo in cui Manuele, importando dei preset storici di DX7, che quest’anno compie 40 anni (QUI il nostro speciale), li ha poi stravolti grazie alle funzioni di Montage M.
Come abbiamo già scritto, sono molte le migliorie introdotte: nella news di un paio di settimane fa sono elencate nel dettaglio tutte le novità. In questo articolo voglio invece concentrarmi su quelle che sono secondo me le principali e quali sono le differenze tra Montage e Montage M.
Montage M - Le principali novità
Su Montage M il layout generale dello strumento è stato notevolmente ridisegnato. Sopra ai fader e agli encoder è ora presente uno schermo LCD che mostra i parametri controllati e il loro valore. E’ possibile scorrere tra otto diversi set di parametri e, qualora si volesse accedere ad un livello più avanzato di editing, tramite un tasto si accede alla pagina dettagliata sul display principale, che mantiene la stessa dimensione, ma acquista molta più sensibilità rispetto al vecchio Montage.
Il ribbon controller dispone di un sistema luminoso che offre un feedback visivo molto utile. Comodo anche il tasto Hold, quando il ribbon ad esempio è assegnato al cambio della velocità del Leslie o ad un parametro che vogliamo “congelare” in una determinata posizione, anziché riportarsi al centro.
Anche l’interfaccia grafica del sistema operativo è stata ridisegnata e la trovo notevolmente più intuitiva e pratica. Sotto al display ci sono in Montage M sei encoder che facilitano la navigazione e l’editing dei parametri, così come i quattro tasti freccia intorno all’alpha dial.
La versione a 88 tasti, la M8x, monta una nuova meccanica che ho trovato particolarmente gradevole per durezza e ritorno del tasto, ma soprattutto ho apprezzato la presenza dell’aftertouch polifonico, controllo che sta tornando su molti strumenti e che permette una maggiore espressività durante l’esecuzione. Peccato non averlo su tutti e tre gli strumenti: personalmente trovo la 88 tasti non adeguata alle mie esigenze, ma l’aftertouch polifonico lo userei molto sulla versione synth weighted.
Altra novità importante è la presentazione della versione virtuale di Montage M: E.S.P. ovvero Extended Softsynth Plugin. Acquistando la tastiera verrà gratuitamente rilasciata la sua versione software, un’esatta replica. Il lancio è previsto a Gennaio 2024. In pratica è come acquistare una tastiera e riceverne di fatto due. Avere gli stessi suoni su un portatile si rivela una grande comodità durante le prove o come backup durante una tournée o come raddoppio della multitimbricità e della polifonia. Ovviamente tale software potrà essere sfruttato anche come editor software.
Le differenze Montage vs Montage M
Durante la presentazione Massimo ha commentato le slide che elencavano i numeri a confronto delle due edizioni di Montage. Una delle differenze riguarda la memoria, di fatto raddoppiata, sia quella ROM, nella quale risiedono i campionamenti preset, che quella Flash RAM, nella quale salvare i propri campionamenti. Si passa da 5,67GB a 10GB per la prima e da 1,75GB a 3,8GB per la seconda.
Per quanto riguarda le tipologie di sintesi, i cosiddetti “motori”, Montage M possiede il nuovo AN-x, un Virtual Analog con 16 note di polifonia, tre oscillatori e un generatore di rumore, Ring Modulation, PWM e sistema di emulazione della saturazione dei VCO e dell’invecchiamento dei circuiti, tipico dei sintetizzatori analogici vintage. Questa è una novità molto gradita, perché completa le timbriche di Montage M e riempie un vuoto di Montage. Il filtro VA può essere applicato anche ai suoni AWM2 o FM-X, cosa che amplia le possibilità anche dei motori presenti nella vecchia serie.
Anche nel motore AWM2 ci sono alcune differenze rispetto a Montage: la polifonia si raddoppia (da 128 note a 256 note) e gli elementi AWM2 all'interno di una singola Part passano da 8 a 128. Questo numero davvero elevato si riferisce, per chi non fosse avvezzo alla struttura di Montage, ai singoli suoni che possono essere inseriti in una singola Part, assegnati ad uno specifico Key Range ed uno specifico range di Velocity. In altre parole permette di non sprecare due o più Part per stratificare suoni. La parte Sequencer rimane invariata, così come il motore FM-X, identico come parametri, anche se all'ascolto c'è un discreto cambiamento trimbrico. Sommando le note di polifonia si passa quindi da 256 a 400.
Su Montage M le timbriche di organo elettromagnetico acquistano maggiore realismo grazie al rotary speaker emulator VCM della serie YC. Il motore è sempre AWM2, quindi campionamenti, e il risultato è molto convincente. L’upgrade non introduce solo la simulazione della rotazione degli speaker, ma migliora anche il corpo e la distorsione. I possessori di Hammond originali o cloni potranno sicuramente tenersi stretti i propri strumenti, ma ritengo che quando si lavora con un setup leggero, avere buoni suoni di Hammond sia utile.
A livello circuitale Montage M monta la versione 2 del Pure Analog Circuit, una particolare progettazione e scelta di componenti che promette un miglioramento in termini di distorsione, rumore di fondo, gamma dinamica, diafonia e fase delle basse frequenze.
Apprezzo la decisione di aver svincolato su Montage M i canali MIDI delle parti. Ora è possibile assegnare liberamente qualsiasi canale a qualsiasi parte, senza per forza dover ricorrere a dispositivi esterni come il buon Camelot Pro che per tale motivo è un software ancora di più indispensabile per i possessori di Montage e MODX.
Altre considerazioni
Per quanto riguarda gli strumenti acustici, non ci sono grosse differenze: Montage M mantiene fede alla storica qualità di Yamaha per questa categoria di sonorità. Con Motion Controller e programmazione sapiente dei multisample, Montage M consente di suonare brani orchestrali, controllando diverse sezioni strumentali.
Durante la demo ho ascoltato sezioni di archi e di fiati molto belle e con l’implementazione delle diverse tecniche esecutive tipiche di questi strumenti. Tuttavia personalmente sono così innamorato della sintesi a modelli fisici, che Yamaha introdusse commercialmente ormai 30 anni fa con VP1 e VL1, che mi chiedo perché non lo faccia ora, sulle sue ammiraglie, che dispongono di DSP ben più potenti di allora.
I possessori di Montage saranno felici di sapere che è possibile importare il backup del proprio strumento in Montage M. Per finire aggiungo una notizia particolarmente interessante: Montage M è pronto a supportare il MIDI 2.0, protocollo di cui avevamo annunciato l'approvazione nel 2020 e approfondito le principali caratteristiche in questo articolo. Le nuove funzioni saranno disponibili in seguito ad un futuro aggiornamento software.
Conclusioni
Sono rimasto impressionato positivamente dalle novità di Montage M e ho apprezzato le performance durante lo show, che hanno messo in evidenza come Montage sia sempre uno strumento di altissimo livello, qualitativamente e timbricamente. Con la versione M Yamaha sposta l’asticella ancora più in alto, colmando alcune mancanze con AN-X e il VMC di YC. Inoltre migliora notevolmente in termini di polifonia e semplicità di utilizzo, grazie al nuovo layout, il display aggiuntivo e la GUI ridisegnata. La pubblicazione di E.S.P. sarà un plus di valore per molti utenti e rende l’importante investimento più accettabile. Complimenti a Yamaha quindi per questo upgrade e non vediamo l’ora di sentire Montage M sui più grandi palchi internazionali o nelle nostre case!
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YAMAHA