Sign in / Join
0

Test: Yamaha MX88, l’apripista trasversale

Rapporto qualità/prezzo9
Suono8
Facilità d'uso8
8.3

Una meccanica pianistica, un potente generatore sonoro e funzionalità estese per interagire con il mondo esterno, ma non solo: l’entry level di Yamaha mostra i muscoli.

Il brand giapponese ha sempre capitalizzato nel tempo il proprio know how, e la serie MX è un ottimo esempio in tal senso: comparsa sul finire del 2012,  questa gamma forniva un engine sonoro mutuato da una ex ammiraglia quale il Motif XS, funzionalità di controller MIDI e interazione con una DAW e device esterni tramite una serie di accessori dedicati. In tempi recenti, Yamaha è intervenuta in modo massiccio su questa gamma, introducendo la variante a 88 tasti oggetto del nostro test e nuove versioni dei modelli a 49 e 61 tasti con colorazioni vivaci dello chassis, ma non solo: gli ultimi aggiornamenti software rilasciati per la serie MX consentono oggi di interagire con i dispositivi iOS attraverso il solo cavo Lightning, aprendo la strada ad interessanti interazioni in dominio digitale tra virtual instrument esterni e il generatore sonoro interno.

 

Le due aree dedicate rispettivamente alla navigazione (a sinistra) e quella per la selezione dei preset e di altre funzioni dello strumento (a destra)

Caratteristiche

Una premessa prima di partire: ad eccezione delle dimensioni e della meccanica a 88 tasti introdotta nel modello oggetto del nostro test, tutte le altre caratteristiche descritte sono valide anche per i modelli MX a 49 e 61 tasti. Racchiusa in uno chassis in materiale plastico di colore nero che rimanda nelle forme a un altro sintetizzatore Yamaha come il MOX, la MX88 ospita la meccanica proprietaria Graded Hammer Standard (GHS) a 88 tasti graduati nella pesatura; questa meccanica è rintracciabile in altri strumenti della casa dei tre diapason, tra cui alcuni pianoforti casalinghi della serie Arius, i portatili della serie P, oppure i modelli di punta tra le workstation arranger della gamma DGX. Anche l’ordinato pannello comandi rimanda come organizzazione ad altri sintetizzatori del marchio giapponese: partendo da sinistra, dopo le due Wheel per Pitch Bend e Modulation, troviamo accanto al piccolo potenziometro per regolare il volume generale la sezione comprendente i quattro knob assegnabili in real time a tre gruppi differenti di parametri, lo switch per attivare l’intervento dei knob a entrambe le due parti disponibili sulla tastiera, infine il pulsante per selezionare la modalità DAW Remote. Oltre a due coppie di switch per definire rispettivamente il Transpose e l’ottava, le sezioni successive propongono i comandi trasporto Stop e Play/Pause, più una serie di switch per accedere rispettivamente ai menu File, Utility, Edit e Job, infine lo Store per il salvataggio delle impostazioni. La parte centrale del pannello è occupata da un display a led da tre cifre per otto caratteri ciascuno che visualizza il numero della Performance selezionata, più uno switch Select per accedere direttamente alla modalità, e a fianco da un secondo display LCD monocromatico e retroilluminato da 20 caratteri per due per navigare tra i vari menu disponibili; la sezione di navigazione è completata dal generoso potenziometro AI Knob, più i classici switch per incremento/decremento, quelli a croce per la selezione e i pulsanti Shift, Exit ed Enter. La parte destra del pannello è occupata da due file di switch per la selezione delle Voice disponibili, sovrastati da una fila di pulsanti per selezionare rispettivamente le modalità di tastiera layer e split, attivare l’arpeggiatore o la sezione Rhythm Pattern, infine la coppia per richiamare una song esterna caricata in memoria e la regolazione del tempo di esecuzione. Le connessioni sono tutte poste nel pannello posteriore e prevedono una presa cuffie, una coppia di Audio Out L/R su prese in formato Jack da 6,3 mm e un ingresso Aux In su presa minijack da 3,5 mm stereo. Le prese per i pedali sono due e consentono di collegare rispettivamente un pedale sustain di tipo switch o a controllo continuo (con supporto del mezzo pedale) e un pedale di espressione. Dopo le due porte USB To Host e Device troviamo infine una coppia di porte MIDI In/Out, il pulsante di accensione e la presa per collegare l’alimentatore di rete.

 

Un primo piano dei martelletti montati sulla meccanica Graded Hammer Standard

Un primo piano dei martelletti montati sulla meccanica Graded Hammer Standard

Generazione sonora

La ROM interna della MX dispone di circa 166MB di forme di onda, per complessivamente 1.106 Voice e 661 Drum Kit, più un banco General MIDI comprendente 128 Voice e 1 Drum Kit, infine l’area User dotata di 128 locazioni Voice e 8 Drum Kit. La serie MX è multitimbrica a 16 parti, mentre la polifonia è di 128 note. La sezione effetti comprende fino a quattro blocchi Insert attivabili su altrettante parti dello strumento, una coppia di blocchi per riverbero e modulazioni, più un equalizzatore a cinque bande posto a valle della catena audio. L’operatività della MX dal pannello è stata razionalizzata per semplificarne l’approccio: rispetto al Motif XS da cui deriva in questo modello troviamo solo la modalità Performance selezionabile, in cui è possibile combinare fino a due parti su tastiera in layer/split, più una terza riservata alla sezione Rhythm Pattern, e tutte con canali MIDI prefissati; le altre 13 parti a disposizione sono pilotabili dal mondo esterno. Sulle due Voice impostate nelle parti della tastiera possiamo attivare inoltre un arpeggiatore dedicato. Nel menu Common Edit di una Performance possiamo selezionare i blocchi effetti per riverbero e modulazioni, regolare l’equalizzatore Master, oppure attivare l’arpeggiatore su tutte le parti, mentre i parametri globali comprendono il Keyboard Mode, il punto di split, e valori rispettivamente per Cutoff e risonanza del filtro, più regolazioni per le due mandate effetti, gli inviluppi ADSR dello stadio AMP, il volume, il pan e l’assegnazione dei Knob Assign1/2. Nel sottomenu Play Mode del Part Edit troviamo una serie di parametri dedicati alla Voice quali il volume, Pan, NoteShift, Detune, la regolazione del Send per i blocchi effetti di riverbero e modulazioni, il livello Dry, l’attivazione del blocco Insert, il modo Mono/Poly, il Portamento, il range di escursione per il Pitch Bend e le impostazioni dedicate ai Knob Assign ½; nel sottomenu Filter EG possiamo intervenire su parametri quali il Cutoff, la risonanza e gli inviluppi ADSR del filtro. I parametri per la regolazione dell’LFO sono rintracciabili nel menu Voice Edit, che comprende inoltre le impostazioni riguardanti l’effetto Insert associato, e quelle dedicate all’assegnazione dei controlli fisici presenti sul pannello comandi.

 

Le connessioni digitali presenti nel pannello posteriore

Le connessioni digitali presenti nel pannello posteriore

Porte USB e Interfaccia MIDI

Attraverso la porta USB To Device è possibile collegare una pen drive alla MX88, per caricare o salvare Performance e Voice realizzate dall’utente, oppure anche MIDIFile e song audio: onboard è disponibile un player dedicato con supporto per MIDIFile in formato 0 e file audio nel formato Wave con risoluzione 44,1kHz/16bit.  Collegando la MX88 a un personal computer l’interfaccia USB può veicolare dati MIDI attraverso cinque porte parallele così impostate di default: la porta 1 è dedicata al generatore sonore sonoro interno dello strumento, la porta 2 per la gestione di una DAW attraverso i controlli fisici della MX, la terza porta funge da MIDI Thru per trasmettere sulla porta MIDI Out ad altri strumenti esterni i dati ricevuti, la quarta è sempre riservata allo strumento, mentre la quinta consente lo scambio di dati con il software MX Remote Editor che vedremo in seguito.

 

L’area controlli posta sulla sinistra del display

L’area controlli posta sulla sinistra del display

Il software a corredo e in omaggio

Nata per essere un complemento perfetto per una DAW come Cubase, la MX88 offre in bundle la versione AI del software tedesco, il sintetizzatore virtuale Prologue e l’emulazione di organo YC-3B. Oltre ai driver per collegare la propria MX a un personal computer, Yamaha fornisce gratuitamente il pratico software Remote Editor, per assegnare il parco dei controlli fisici dello strumento ad altrettanti parametri dei virtual instrument pilotati, più l’utility MX Extension espressamente dedicata al controllo di Cubase. Per l’interazione con i dispositivi iOS, Yamaha ha recentemente rilasciato un’applicazione gratuita dedicata alla serie MX: FM Essential è un virtual instrument in grado di emulare le sonorità storiche di sintetizzatori in FM a quattro operatori quali il DX100, la workstation V50 o l’expander TX81Z, con in più la possibilità di combinare una serie di blocchi effetti alla timbrica emulata. Collegato il dispositivo iOS al sintetizzatore MX, FM Essential si sblocca, rendendo disponibile anche un banco che comprende una serie di combinazioni in layer tra timbriche in AWM2 della MX88 ed emulazioni in FM; nello specifico è utile segnalare che - dopo aver sbloccato l’applicazione - potete usarla anche svincolata dallo strumento.

 

La schermata principale della app Yamaha FM Essential

La schermata principale della app Yamaha FM Essential

Il Test

Benché generosa nelle dimensioni, la MX88 è facile da trasportare, grazie al peso piuttosto contenuto (intorno ai 14 chilogrammi circa). La buona organizzazione del pannello comandi consente anche a chi ha poca dimestichezza con la navigazione negli strumenti Yamaha di muovere i primi passi senza dover consultare il buon parco di manuali a corredo; a tal proposito, segnalo che Yamaha ha reso disponibili da scaricare sul web le varianti in lingua italiana. L’interazione con il mondo esterno fila via liscia, e caricando Cubase AI sul proprio computer in pochi minuti siete operativi, mentre con i dispositivi iOS l’interazione è pressoché immediata e oltre al buon FM Essential fornito in omaggio, grazie al supporto del formato Core Audio potete impiegare anche altri applicativi rilasciati da Yamaha (penso all’ottimo AN2015) o da terzi. Per una postazione portatile ai minimi termini questa MX è davvero azzeccata: per esempio, basta un iPhone con una DAW come GarageBand caricata per stendere un piccolo progetto “on the road”. Ottimo. Rispetto a una più raffinata variante Balanced Hammer, la meccanica GHS della MX88 è sprovvista di Aftertouch, ma in termini di pastosità al tocco non ha nulla da invidiare alla sorella maggiore; Yamaha ha fatto inoltre un buon lavoro di “tuning” in termini di interazione con la generazione sonora onboard, e su questa tastiera si può eseguire senza grossa fatica anche parti non prettamente pianistiche. Nell’uso intensivo la GHS non si rivela affaticante, e se dovessi scegliere un controller MIDI con tasto pesato per il mio studio, sicuramente la MX88 sarebbe una delle candidate. Riguardo alla generazione sonora, inizialmente presumevo alcune pesanti razionalizzazioni rispetto all’architettura mutuata dal Motif, in realtà non è così e lo potete scoprire anche voi, grazie a piccole “chicche” tra le utility software di terzi che troverete in un box a parte in questo test. Su MX88 avete praticamente a disposizione l'engine del Motif XS, con una WaveROM dimezzata e privato della sezione campionatore, mentre buona parte dell’architettura generale resta invariata, con otto Element combinabili in una singola Voice, le articolazioni XA a supporto e una sezione effetti che comprende anche gli ottimi algoritmi VCM in area Insert. Per esempio, il preset Concert Grand di pianoforte acustico è basato su sette Element, di cui quattro in Layer tutta l’estensione della tastiera fino alle ottave dove è previsto l’effetto smorzatori, in cui interagiscono altri tre layer, mentre nel blocco Insert è attivata la simulazione della risonanza simpatetica delle corde: a certi prezzi, tanta espressività in un timbro di pianoforte acustico è merce rara. Complessivamente la qualità delle timbriche è molto buona, e oltre ai pianoforti acustici ed elettrici sono rimasto positivamente colpito dagli archi in sezione e i pad sintetici, che mantengono la bella botta dinamica del fratello maggiore. Tra gli effetti ho apprezzato gli algoritmi SPX nei riverberi e l’EQ501 tra le emulazioni VCM, un vero e proprio “coltellino svizzero” se amate plasmare il suono nel dettaglio. Di primo acchito, il volume delle Voice potrà apparire piuttosto basso, ma si tratta di una scelta voluta da Yamaha, perché in un’esecuzione in real time i livelli di sezioni quali l’arpeggiatore e la Rhythm Section si sommano al mix, e per il target cui si rivolge lo strumento è meglio prevenire pericolose distorsioni; in ogni caso, basta intervenire sul volume delle singole Voice se desiderate un volume maggiore. Rimarchevole la possibilità di salvare tutte le impostazioni su una pratica pen drive: oltre alle locazioni User per Voice e Performance, le MX forniscono anche una comoda utility di backup, che consiglio caldamente di sfruttare per plasmare lo strumento secondo l’impiego.

 

07

Nell’uso collegata a un personal computer la MX88 è davvero gratificante: il buon parco controlli, ma soprattutto l’interfaccia USB multiporta consentono di allestire un setup complesso basato sia su Cubase, sia su altre applicazioni mirate al palco (penso per esempio al tanto amato Mainstage dagli utenti Mac); l’unica nota dolente della MX88 è la mancanza di interazione tra le porte MIDI e l’interfaccia USB collegando un dispositivo iOS, che costringe allestendo un setup essenziale a scegliere se impiegare la MX da sola ma “irrobustita” dai virtual instrument, oppure sfruttare la multitimbricità pilotando altre timbriche interne dal mondo esterno tramite le porte MIDI. La presa Aux In, o piccole sezioni quali il MIDIFile player, il Rhythm Pattern e soprattutto il registratore/riproduttore di file audio sono piccoli tasselli da non sottovalutare, perché utili sia per fissare un’idea musicale in viaggio, sia se amate suonare e volete improvvisare supportati da una sezione ritmica di spessore, oppure da una song audio riprodotta da un dispositivo esterno o caricata direttamente nel player della MX.

Conclusioni

La Yamaha MX88 è uno strumento davvero trasversale, in grado di gratificare in qualsiasi situazione di uso: la curva di apprendimento per gradi introdotta nell’editing delle Performance consente all’utente poco avvezzo di suonare subito senza problemi, mentre il programmatore incallito è ben supportato dall’ampio parco di editor software dedicati. Lo chassis robusto e la buona meccanica ne fanno uno strumento “on the road” da cui partire per allestire un setup essenziale ma efficace, magari associando un secondo controller MIDI con tasto “light” per gestire le altre 13 parti disponibili nella MX88. In un periodo in cui l’utente medio è alla ricerca dello strumento “accendi e suona”, devo ammettere che Yamaha con questa serie MX ha colto nel segno, e la app gratuita FM Essential si può considerare la base per estendere ulteriormente le potenzialità sonore dello strumento. Se cercate un sintetizzatore con meccanica pesata e non volete spendere grosse cifre la MX88 è assolutamente da provare, mentre chi ha un budget ristretto può volgere lo sguardo sui modelli a 49 e 61 tasti, perché – come già scritto in precedenza – tutte le altre potenzialità sono condivise, e non è poco quanto offerto a certi prezzi… Come sempre, buon divertimento!

 

Pro

Palette timbrica di qualità

Editing esteso delle Voice e delle Performance attraverso software di terzi

Nuovo aggiornamento con supporto Core Audio e ampio parco di app gratuite

Contro

Assenza di parallelismo tra le porte MIDI e l’interfaccia USB nell’uso con i dispositivi iOS

 

INFO

Yamaha Music Europe GmbH - Branch Italy

Prezzo: nd

 

Le Utility software per la serie MX

Se volete sfruttare al meglio una Yamaha MX, lo storico portale Yamahasynth è una fonte molto interessante per attingere informazioni sui software dedicati, e il primo che consiglio di provare si chiama Vycro MX, un Performance Editor disponibile sia in versione gratuita, sia nella più completa variante Pro a pagamento, in cui è inserito anche un Voice Editor. Vycro consente di andare oltre le razionalizzazioni imposte da Yamaha, allestendo una Performance che – nel modo Keyboard – può contenere fino a 16 parti in split/layer!

L’MX Performance Editor scaricabile gratuitamente sul sito internet di Vycro

L’MX Performance Editor scaricabile gratuitamente sul sito internet di Vycro

Il programmatore greco John Melas da tempo collabora con il brand giapponese per lo sviluppo di software dedicati, e per la serie MX propone un pacchetto strettamente derivato da quanto studiato per la gamma Motif XS: nello specifico, va seriamente da considerato il Voice Editor, che vi consente di accedere all’editing approfondito delle timbriche in modo semplice ed intuitivo. Se il costo dell’intero pacchetto può apparire impegnativo nell’immediato, potete compiere un investimento per gradi acquistando solo gli applicativi che ritenete utili per il vostro lavoro: per esempio, quello dedicato alle Voice costa solo 20 euro e ne suggerisco caldamente l’acquisto.

 

Il menu principale del software Voice Editor per MX realizzato da John Melas

Il menu principale del software Voice Editor per MX realizzato da John Melas

I Video

Con l'amico Andrea Girbaudo abbiamo voluto esplorare tutto l'universo di possibilità offerte dalla MX88: in primis, proponendo un video delle potenzialità della nuova applicazione FM Essential, che include inoltre un piccolo tutorial dedicato all'installazione e lo sblocco del software. Gli altri video riguardano alcuni esempi sonori delle Voice di pianoforte acustico, di un pianoforte elettrico che ci ha colpito particolarmente per la qualità degli effetti a corredo, e di una combinazione in layer tra piano acustico e pad sintetico; a chiudere, alcuni esempi di impiego dei Performance Preset attivando le sezioni di arpeggiatore e Rhythm Pattern. Buona Visione!

 

 

 

 

Leave a reply