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Yamaha P-S500, il pianoforte interattivo! Test

Costruzione8.7
Suono8.8
Facilità di uso9
Rapporto qualità/prezzo8.5
Yamaha P-S500 si offre come uno splendido e lussuoso strumento con cui trascorrere ore interminabili di studio e divertimento
8.8

Ecco un pianoforte in formato portatile che, con l’ausilio di un tablet, diventa un vero arranger!

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Il costruttore giapponese classifica P-S500 nella categoria smart, visto il notevole corredo di funzionalità speciali che si rendono disponibili tramite dispositivo mobile dove richiamare Smart Pianist. Questa app è compatibile con tutti i pianoforti a catalogo Yamaha ma, per l’occasione, attiva una brillante sezione arranger: ed è questo il motivo per cui il sottoscritto – normalmente concentrato su tastiere con accompagnamenti - si ritrova oggi nell’inconsueta veste di tester alle prese con un pianoforte ad 88 tasti.

Un secondo aspetto che distingue lo strumento è nelle Stream Light: dopo aver avviato una Song, luci rosse e blu “cadono” dall’alto sopra i singoli tasti mostrando quali note suonare nel momento esatto in cui vanno suonate. Le giovani generazioni - abituate ai videogiochi e poco avvezze al faticoso lavoro di studio della notazione musicale - possono imparare e fare pratica divertendosi. Sono i tempi moderni, miei cari!

 

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Siamo di fronte ad una linea inedita di pianoforti Yamaha: lo so, a volte può essere facile perdersi nel gran numero di prodotti a listino della casa giapponese. P-S500 rappresenta un’idea recente nel senso che per la prima volta la sezione arranger di Smart Pianist viene resa disponibile al di fuori della serie CSP dei pianoforti Clavinova. Questi pianoforti nascono entro il classico mobile verticale, mentre il fattore di forma di P-S500 si differenzia essendo portatile e similare ai pianoforti da palco della serie P.

Ovviamente, se pensate di trasportarlo, tenete sempre conto che, come molti pianoforti con 88 tasti pesati, il carico si avvicina a 22kg: consiglio vivamente l’uso di un carrello per gli spostamenti o di farvi aiutare (lo scrivo per esperienza personale, avendo dovuto fare ricorso a tanto di pomata antidolorifica nei giorni scorsi).

 

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Yamaha P-S500 - L’hardware

Lo strumento può essere montato sul supporto nativo L-300 o su qualsiasi cavalletto robusto, stabile e capace di reggere il peso. Con L-300 è possibile sistemare l’unità a tre pedali LP-1. Sul fondo dello Yamaha P-S500, quattro piedini d’appoggio facilitano il posizionamento su qualsiasi superficie, compresa una scrivania o il tavolo di casa.

Sono disponibili due colori: tutto nero, oppure tutto bianco. Il montaggio dello strumento è semplice e rapido, compresa l’installazione del leggio che richiede una piccola accortezza spiegata molto bene sul manuale.

L’alimentatore elettrico PA-500 da 2,5A è esterno allo strumento e la presa è italiana. Nell’imballo ho trovato i diversi cavi per collegare i dispositivi esterni (iOS e Android) e il pedale del sustain nella sua versione più economica (FC5). Una volta piazzato, lo strumento si impone sull’ambiente con autorità grazie all’aspetto elegante, sobrio e pulito del pannello. Si può suonare dopo 10 secondi dall’accensione.

È piacevole osservare come i controlli fisici si limitino al tasto di accensione e al cursore del volume sulla sinistra. Una volta avviato, compaiono i controlli retroilluminati sull’accurato e lucido frontale dello strumento: FUNCTION per le impostazioni generali dello strumento, METRONOME, VOICE, STYLE, SONG, TEMPO e GUIDE.

Per controllare lo strumento in modalità autonoma, un piccolo schermo LCD monocromatico con due righe di 16 caratteri ciascuna è tutto quello che viene offerto. Sulla destra, due controlli +/- modificano il valore del parametro attivo o scorrono negli elenchi; ci sono poi i tasti di avvio/arresto di SONG e stili. Gli ingressi per due cuffie stereo sono davanti e offrono un’esperienza totale di ascolto, frutto del campionamento biauricolare nel caso della voce di pianoforte a coda CFX Grand o dell’effetto Stereophonic Optimizer per tutti gli altri suoni.

 

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La pesatura degli 88 tasti è ponderata e non sfigura affatto essendo ben equilibrata e semplice da suonare. Tuttavia, teniamo presente che la classe GHS è quella standard: pur fornendo un’autentica esperienza pianistica, corroborata dalla presenza della coppia di amplificatori generosi (20W + 6W), mancano di caratteristiche superiori come l’uso del legno nella costruzione dei tasti e la disponibilità dell’effetto “Let-Off” tipico dello scappamento.

Sono altri segni, che ci indicano come Yamaha abbia pensato questo strumento principalmente per gli studenti e gli appassionati entusiasti, mentre i pianisti classici e jazz più raffinati potrebbero trovarsi maggiormente a loro agio con un altro modello (CSP-170 in particolare, al prezzo di rinunciare alla portabilità).

Lo strumento dispone di un’interessante funzione IAC che regola automaticamente la qualità del suono in base al volume complessivo dello strumento: ho provato a suonare lo Yamaha P-S500 con il volume abbassato e, in effetti, si sentono chiaramente dagli amplificatori in modo bilanciato sia i suoni bassi sia quelli alti.

Le connessioni

Sul pannello posteriore troviamo:

  • Porta USB-to-Device per collegare adattatore wi-fi (UD-WL01) o Bluetooth MIDI IN/OUT (MD-BT01).
  • Due porte USB-to-Host: una è specifica per tablet iPad (o iPhone) e l’altra è generica per dispositivi Android.
  • Per i pedali, c’è la connessione per il singolo Damper e quella dedicata all’unità LP-1.
  • Ingresso jack per microfono (con manopola di controllo del volume di ingresso). Il segnale può essere inviato all’unità effetti del Vocal Harmony.
  • Ingresso jack AUX-IN per sorgenti audio esterne.
  • Coppia di uscite stereo audio per la riproduzione da un altoparlante esterno.

 

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Usabilità del solo strumento

Un aspetto interessante di Yamaha P-S500 è la sua duplice usabilità: anche senza l’app Smart Pianist, è possibile controllare numerose funzionalità dello strumento, sebbene si possa accedere ad un numero limitato di risorse fra tutte quelle disponibili (ad esempio, solo 100 voci, solo 100 brani e solo 100 stili di accompagnamento) e il riconoscimento degli accordi avvenga sempre e solo in modalità FULL e non SPLIT, urca.

Questa usabilità “senza tablet” mi è sembrata molto essenziale, tuttavia buona e, quando ci si trova a suonare in libertà, devo confessarvi che – nelle condizioni normali - potrebbe non servirvi altro. È anche possibile avviare Song e stili di accompagnamento. Per questi ultimi ci sono diversi livelli di riproduzione da impostare: tutte le tracce, percussioni e basso, oppure solo percussioni. Senza l’app, Intro/Ending sono sempre attivi e non possono essere disattivati. Dietro FUNCTION, lo strumento può essere personalizzato: tipo di riverbero e profondità dello stesso, livello di risposta al tocco, tempo del metronomo e molto altro.

 

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Il menu Style della app Smart PIanist

 

Smart Pianist

Veniamo al test dell'app Smart Pianist, punto distintivo di Yamaha P-S500. Questa app permette un controllo totale dello strumento da un dispositivo mobile connesso. Ho potuto sperimentare l’applicazione con un vecchio iPad di sesta generazione (modello prodotto nel 2018); non ho potuto sperimentare dispositivi Android, ma sulla carta Yamaha garantisce la compatibilità con Google Pixel (modello 3 e successivi), Samsung Galaxy S9/S10, Samsung Galaxy S20 e successivi, Galaxy Tab S4 e successivi.

Non appena collegato il dispositivo esterno e avviata l’app Smart Pianist, immediatamente Yamaha P-S500 disabilita i controlli dello strumento da pannello. In altre parole, tutto il controllo passa all’app in modo esclusivo.

La prima sezione disponibile è Piano Room: consente di dirigere le principali voci di pianoforte acustico (CFX Grand, Bösendorfer, Studio Grand, Upright Piano e Honky Tonk Upright). È possibile richiamare gli effetti fondamentali di riverbero per ottenere l’effetto tipico in una sala di dimensioni medie, in una grande sala per orchestra, in una piccola sala di musica da camera, in un ambiente solenne come un’ampia cattedrale, oppure in un jazz club.

L’applicazione consente di riprodurre il suono di pianoforte con il coperchio aperto, mezzo aperto o chiuso. Si può altresì agire sulla brillantezza del suono, controllare il livello dell’effetto VRM, definire il livello di suono minimo emesso quando si solleva il dito dal tasto, configurare il mezzo pedale, gestire accordature e volume di ognuno degli 88 tasti.

Nella modalità Voice, il tablet può essere adoperato per impostare due voci in Layer e una terza voce in split assegnabile alla mano sinistra. Le impostazioni possono essere salvate come Registration Memory.

In modalità Style, sono disponibili 370 stili provenienti dal mondo Genos/PSR. Gli accompagnamenti sono esattamente quelli in cui i fedeli clienti Yamaha si riconoscono. Sono suddivisi in sette famiglie e ciascuna di esse ha diverse sottofamiglie come segue:

 

Pop & Rock Pop, Rock, 70s Pop&Rock, 60s Pop&Rock, 50s Rock&Roll, Pop&Rock, Ballad, Worship
Soul & R&B Soul (la mia preferita), Modern R&B
Dance Dance, Disco, Chill Out, Trance
Country & Blues Modern Country,  Trad Country, Country Ballad, Blues, Gospel
Standard & Jazz Jazz Combo, Big Band, Orchestra Swing, Jazz Waltz, Dixie&Trad Jazz, Fusion
Entertainment Movie & Show, Easy Listening, Ballroom, Organ, Holiday, Schlager
Latin & World Brazil, Cuba, Mexico, Caribbean, European, Latin Pop, Celtic, World e Classic.

 

Sparsi qua e là, sono presenti gli apprezzabili stili Pianist che concedono di suonare con il solo accompagnamento di un pianoforte.  Insomma, il repertorio è ampio e valido. C’è da essere soddisfatti. Tuttavia, l’app non consente di caricare stili addizionali. Peccato.

Per default, quando si avvia uno stile, lo strumento si pone in modalità Split con il riconoscimento degli accordi sulla mano sinistra (e ti pareva). È comunque ammesso il passaggio alla modalità Full con il riconoscimento degli accordi su tutta l’estensione della tastiera. Esiste solo un Intro e un solo Ending, di norma il più breve fra quelli presenti in origine su Genos/PSR ma possono essere attivati o disattivati a scelta. Le quattro variazioni passano sempre dall’una all’altra con una misura di Fill-In. Non si può fare diversamente e scordatevi il Break.

 

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Il menu Mixer della app Smart Pianist

 

In ogni stile, si può richiamare la pagina Mixer per impostare Pan, Reverb e Volume di ciascuna delle cinque tracce dello stile, o il Master dell’intero impasto sonoro. Il Transpose ha ora effetto anche sullo stile o sulla Song e non solo più sulle parti suonate da tastiera.

L’uso di questo arranger dal vivo richiede una dedicata preparazione, dato che – rispetto l’immediatezza di un arranger tradizionale con pulsanti e touch screen dedicato – con Smart Pianist è necessario spostarsi fra le diverse pagine video dell’app per eseguire operazioni come il cambio delle voci (non esistono memorie OTS e tantomeno il tasto OTS Link) o il richiamo di un altro stile. Si raccomanda dunque di scegliere le voci da suonare in tempo reale, prima di avviare lo stile. Durante l’esecuzione dello stile, cambiare può essere problematico.

Tuttavia, al netto di queste accortezze, la sezione arranger si comporta egregiamente e gli stili sono riprodotti con la stessa precisione e brillantezza di un qualsiasi arranger delle serie Genos/PSR.

 

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Il menu Song Select della app Smart Pianist

 

In modalità Song, l’app si scatena: oltre 400 brani moderni e classici sono disponibili come basi su cui esercitarsi per fare pratica. Tali brani possono visualizzare alternativamente lo spartito per piano (SCORE semplificato), gli accordi oppure i testi. È possibile mettere in loop segmenti del brano o attivare la funzione GUIDE che pone lo strumento in attesa quando lo studente esita a suonare le note corrette a tempo. Ci sono poi gli esercizi dei metodi fondamentali per lo studio di pianoforte come Beyer, Burgmüller, Czerny (100 e 30) e il mitico Hanon.

La funzione "Audio To Score", fornita con l'app Smart Pianist, consente di suonare insieme alle registrazioni originali. Ho potuto aprire i brani dalla mia collezione iTunes e seguire la notazione sullo spartito della progressione degli accordi originali, interpretati direttamente dall’audio del brano in playback. E con precisione.

Sulla carta, i brani possono essere caricati anche da Dropbox. Ma sono riuscito ad aprire file (MIDI e audio) anche da OneDrive: mi è bastato aprire il file dall’app dedicata e condividerlo con Smart Pianist. Dimenticavo: i brani audio possono essere accelerati/rallentati (Time Stretching) senza impattare sull’intonazione (Audio Pitching). Non giocherei troppo sul cambio di intonazione, ovviamente.

 

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Il menu Score della app Smart Pianist

 

Yamaha P-S500 consente ai musicisti di registrare le proprie performance in formato audio stereo convenzionale oppure in formato MIDI, con un massimo di 16 tracce. È inoltre possibile collegare un microfono per cantare. Dall’app si possono anche impostare gli effetti vocali grazie all’unità Vocal Harmony disponibile.

In ultimo, qualora si mettano brani in playback da Spotify, Amazon Music o compagnia bella, con il dispositivo collegato, la musica può essere ascoltata dalle casse di Yamaha P-S500 e ovviamente ci si può suonare sopra.

Suoni di pianoforte acustico

Sono due i campionamenti di bordo che confermano la notevole cifra pianistica dello strumento: da una parte il classico suono dell’ammiraglia Yamaha CFX Grand, e dall’altra il Viennese Bösendorfer Imperial Grand. Si percepisce la profondità di lavoro in entrambi i campionamenti e, anche nell’ascolto in cuffia, devo confessarvi che l’esperienza di ascolto è coinvolgente, come in un concerto.

Da un punto soggettivo, ho notato che durante l’ascolto dagli amplificatori di bordo, il CFX Grand ha richiesto di alzare il volume per poter percepire con pienezza il momento in cui si suona con forza per sfruttare tutta la dinamica; più rotondo e classico mi è apparso invece il campione di Bösendorfer, timbro che si è dimostrato più pronto a sostenere la sfida della dinamica. Ma, come dicevo, tutto questo potrebbe essere solo un’impressione di chi scrive.

Cercavo da tempo gli effetti Virtual Resonance Modeling (VRM), quelli che generano le vibrazioni caratteristiche di un pianoforte classico con esperienza di risonanza al suo interno. Il processo si basa sulla modellazione della risonanza virtuale calcolata in base ai vari stati delle corde per ciascuna delle 88 note, istante per istante. La differenza è avvertibile. La schiera delle voci di pianoforte acustico è completata da validi e stranoti Pop Grand, MIDI Grand e altri ancora.

 

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Altre voci

Inclusi i campioni di pianoforte, Yamaha P-S500 è dotato di 660 voci varie e di elevata qualità, la stessa alla quale ci ha ormai abituato Yamaha da alcuni anni. La tavolozza sonora è di tutto rispetto e riproduce una vasta ampiezza di strumenti acustici con adeguato realismo.

Ribadendo il concetto che l’accesso a tutti i timbri disponibili richiede l’uso della Smart Pianist app, in una rapida carrellata di citazioni, vi confermo che qui si possono sperimentare eccellenti piani elettrici (nel territorio dei suoni campionati, data l’assenza del generatore FM visto in Genos2), una succinta ma interessante rassegna di organi, qualche fisarmonica, chitarre acustiche ed elettriche (senza modulatore un po’ difficili da sfruttare ma ricordiamoci che questo è un pianoforte), archi, cori, fiati e legni, percussioni e una discreta quantità di synth e pad.

Ci sono anche voci Super Articulation, ma – anche qui in assenza di pulsanti fisici su pannello – ci si deve accontentare del controllo possibile suonando fra gli 88 tasti. La qualità generale dell’impianto timbrico è molto buona e chi ha dimestichezza con Yamaha troverà che quasi tutti i suoni erano già stati inclusi nei migliori strumenti degli ultimi anni. Indubbiamente, potete trovare ampia materia sonora che potrà accontentare il vostro desiderio di pratica, studio ed intrattenimento. 256 note di polifonia garantiscono che difficilmente si possa perdere una nota durante le proprie performance.

 

 

Risultato del test e conclusioni

Questo strumento mi ha lasciato una favorevole impressione: dovermene separare alla fine del periodo di prova, mi è costato una lacrimuccia. Suonare con i tasti pesati una vera sezione arranger è comunque un’emozione considerevole e la facilità d’uso dello strumento mi ha permesso una buona intesa sin dal primo giorno. E anche l’integrazione con i brani audio e MIDI ha concesso grandi momenti di creatività e di svago.

Fantastico per chi intende fare pratica è l’accesso ad un così vasto numero di metodi di studio. Lo Yamaha P-S500 si offre come uno splendido e lussuoso strumento con cui trascorrere ore interminabili di studio e divertimento. Oltre agli studenti e agli appassionati, anche quanti vorranno allestire un home studio di qualità saranno pienamente appagati, grazie alla notevole qualità dei suoni, all’interfaccia MIDI/audio e all’ingresso per microfono dinamico con armonizzatore vocale.

Ho come l’impressione che lo Yamaha P-S500 e i suoi modelli cugini CSP possano essere gli apripista di una nuova categoria di pianoforti digitali: anziché mettersi in concorrenza amica con DGX-670 (l’altro pianoforte arranger, ma con un pannello e display di controllo insiti nello strumento), l’idea di base potrebbe essere quella di alzare ancora di più il tiro ed arrivare ad uno strumento di accompagnamento automatico da salotto molto pulito ed accurato, un concetto che potrebbe un giorno mandare in pensione i Clavinova CVP dall’affollato pannello di controllo.

Se succederà, sarà comunque richiesto a Yamaha di arricchire le funzioni interattive sullo schermo esterno, introducendo OTS Link e studiando un’esperienza utente sull’app che permetta l’immediatezza di passaggio fra le pagine VOICE e STYLE. Il purista tradizionale degli arranger potrebbe infatti sentire la mancanza del pannello pulsanti e delle sue classiche funzioni immediate. Non guasterebbe l’aggiunta dei Multipad (io ci provo, tanto chiedere non costa nulla).

Dal punto di vista della reattività, Smart Pianist reagisce molto bene nel comandare i passaggi dei pattern degli stili, ma non è così rapido nel cambiare le voci associate alle Registration. C’è una certa latenza che non so se addebitare al fatto di aver usato un iPad alquanto stagionato. Il passaggio fra due Registration con suoni diversi non avviene sempre liscio (anche qui farebbe comodo ereditare il mitico Seamless Sound Switching dal Montage).  Queste incertezze potrebbero mettere in difficoltà l’uso dello strumento dal vivo ma, come abbiamo detto, Yamaha ha pensato questo strumento come l’ideale per uno studente di pianoforte che avrà a disposizione 88 tasti pesati ed un vasto corredo di utilità per imparare, esercitarsi e fare pratica. E di divertirsi nei momenti di pausa grazie all’eccellente sezione arranger e ai brani popolari inclusi nello strumento.

Ora, al termine del mio test, posso confermarvi la buona riuscita di questa operazione da parte della casa dei tre diapason.

Consigliatissima una prova!

 

 

Leggi anche il FOCUS dello Yamaha P-S500 a cura di Riccardo Gerbi

 

Ci piace

  • App Smart Pianist con sezione arranger
  • Suonare gli stili con 88 tasti pesati
  • Qualità voci e stili come da tradizione Yamaha
  • Facilità d’uso
  • Accesso ai metodi fondamentali per lo studio di pianoforte
  • Estetica dello strumento

Non ci piace

  • L’assenza di memorie OTS e del tasto OTS Link su Smart Pianist
  • Latenza nel cambio di Registration
  • Repertorio stili non espandibile

 

 

INFO
YAMAHA MUSIC EUROPE

Yamaha P-S500 € 2.269,20

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